mercoledì 27 luglio 2011

Omaggio all'anima di un guerriero


Qualche settimana fa ho acquistato il dvd Living Luminaries, costituito da una serie di interviste a personaggi famosi quali Eckhart Tolle, Don Miguel Ruiz e Michael Bernard Beckwith. Ma uno dei personaggi che mi hanno più colpito è forse quello meno famoso e meno legato all’ambiente della spiritualità: Geronimo JI Jaga.

Al minuto 11 del dvd compare un omone nero, ex carcerato, che pronuncia queste frasi:
In prigione ho trovato la Libertà. A 58 anni, nelle più cupe profondità delle prigioni di San Quintino e Folsom ho iniziato un processo di distacco da tutto. La liberazione dall’ego, capire che sei solo una piccola parte di qualcosa di molto più grande.

I primi otto anni dei ventisette che ho passato in prigione li ho trascorsi in isolamento. A quei tempi l’isolamento era una cella vuota... una tortura disumana. Per i primi due anni temevo le formiche, che uscivano da un buco nel pavimento – che era il mio gabinetto – e venivano a mordermi. Poi ho capito che quello era il loro mondo e io non avevo il diritto di ucciderle, per cui mi sono arreso e ho lasciato che mi mordessero.

Non appena mi sono arreso a quella situazione hanno smesso di mordermi... e hanno cominciato a portarmi piccole briciole per mangiare.
È stato un atto di sottomissione e riduzione del mio ego. Prima hai un atteggiamento da macho, pensi di essere superiore e di poter affrontare tutto. Poi un giorno ti rendi conto che devi sottometterti a queste piccole creature.


Ma chi è Geronimo?
Geronimo Pratt, conosciuto come Geronimo JI Jaga, è stato innanzitutto un Guerriero, quindi un rivoluzionario, un dirigente del Partito delle Pantere Nere (Black Panther Party) e, in quanto tale, un bersaglio che l’FBI doveva “neutralizzare” a ogni costo.

Nel dicembre del 1969 la sede del BPP di Los Angeles viene pesantemente attaccata da un esercito di poliziotti armati fino ai denti. Chiunque sano di mente, circondato dall’FBI, si sarebbe arreso senza condizioni. Ma Geronimo – che era allora il Ministro della Difesa in carica del Partito delle Pantere Nere – barrica l’ufficio e sostiene una dura battaglia a colpi di mitra, che si protrae per oltre quattro ore.

Un manipolo di uomini guidati da Geronimo sostiene quattro ore di guerra metropolitana contro l’FBI. Niente del genere era mai successo prima.

Quando il frastuono dei mitra si placa, tutte le pantere presenti nella sede del partito sono ancora in vita, grazie alla difesa di Geronimo e alle sue non-ordinarie virtù militari.
Anche se in seguito diversi militanti del BPP vengono seviziati dalla polizia, in quell’occasione nessuno resta ferito gravemente, nonostante fossero stati per ore sotto il fuoco incrociato delle forze dell’ordine.

Geronimo, in questa incarnazione, aveva imparato da giovane a combattere nelle risaie del Vietnam, ma in quelle passate – come tradisce il suo stesso nome – era già stato un abile Condottiero in grado gestire uomini e mezzi nei più disparati campi di battaglia: in questa vita è stato nell’"esercito di liberazione nero", in quelle precedenti ha combattuto sia tra gli indiani d’America che nell’esercito di Gengis Khan.
Da quel giorno lo Stato lo inserisce nella lista dei ricercati eccellenti. Per aver difeso con le armi i diritti dei neri Geronimo è stato accusato, condannato ingiustamente e rinchiuso in diverse prigioni di stato per quasi trent’anni.

Per l’esattezza, ventisette anni di prigione, di cui i primi otto in isolamento!
Esce di carcere nel 1997, quando, grazie ad alcune testimonianze, cade l’accusa di omicidio di una donna che gli era stata ingiustamente rivolta e che aveva costituito il pretesto ufficiale per tenerlo in carcere quasi trent’anni.

Negli anni successivi lavora come attivista dei diritti umani e in particolare di uomini e donne che vengono incarcerati ingiustamente. Muore nel 2011 in Tanzania, dove si era trasferito.

Maharaj e Krishnamurti insegnavano a lasciar andare. Non bisogna essere legati a ciò che causa il nostro deterioramento. Una volta raggiunto questo stato è come essere uno spirito che vive in sé e vive solo di se stesso.
Geronimo JI Jaga
(13 Settembre 1947 – 02 Giugno 2011)

Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)


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lunedì 11 luglio 2011

Sono una donna, non sono una santa


Premetto che questo articolo non è dedicato a chi frequenta già le mie lezioni o segue i miei seminari, perché a costoro non devo spiegare nulla, ormai si è stabilita una tacita complicità e loro capiscono al volo cosa sto facendo e perché lo sto facendo. È un articolo rivolto a coloro – e oramai sono migliaia – per i quali io sono solo un nome, una faccia sul web e qualche etichetta affibbiata qua e là dai soliti “ben informati”.

L’aspetto principale del lavoro che sto svolgendo concerne la rottura dei vecchi schemi di pensiero. E questo lavoro di distruzione del vecchio può farlo solo un artista... perché un maestro spirituale di norma crea intorno a sé, sebbene involontariamente, un movimento di persone che sclerotizzano il suo insegnamento dando vita a ulteriori schemi di pensiero intrappolanti.

Per quanto l’insegnamento del maestro possa essere totalmente libertario e privo di effetti condizionanti in sé (si vedano il Tao o lo Zen), se tale libertà non è già anche nell’essere di chi lo riceve, costui non può che ingabbiare ciò che gli viene dato per farne l’ennesimo dogma mentale con cui presentarsi al mondo.

SONO UN ARTISTA, UN MAGO E UN SALTIMBANCO, MA NON UN MAESTRO.
Sono uno scrittore. Vivo da tale e mi comporto come tale, ma dal momento che sono un artista che si occupa di Alchimia e di sviluppo dell’essere umano, vengo spesso scambiato per un maestro – da chi evidentemente non sa cosa è un maestro – anche se in vita mia non mi sono mai presentato a nessuno con questo attributo. Per cui qualcuno mi ammira come un maestro e qualcuno invece mi accusa di voler fare il maestro!
Ognuno proietta su una figura pubblica, come può essere la mia, le sue speranze, le sue insicurezze, i suoi fastidi o le sue frustrazioni interiori.

A questo proposito mi viene in mente un episodio accaduto un paio di anni fa, quando una vecchina e suo nipote sono venuti a Torino per intervistarmi. La vecchina era presidente di una fondazione che stampava un giornale a divulgazione interna; il giornale era a indirizzo fortemente cattolico e la vecchina andava in giro a (parole sue) “smascherare i falsi profeti di quest’epoca”.
“Se lei è un falso maestro io lo dimostrerò” mi diceva con fare agguerrito.
“Io non sono un maestro, né vero né falso” le rispondevo.
E lei di nuovo: “Io ne ho già smascherati diversi di sedicenti maestri”.
E io di nuovo: “Ma io non mi ‘sedico’ maestro, quindi qui non c’è niente da smascherare”.

A quel punto tiro fuori una copia di Risveglio e cito da pagina 14: “Non sono un maestro e non ho mai avuto un maestro. [...]
Non vi deve interessare se sono un maestro o meno, ma se per voi ha un’utilità pratica ciò che dico. [...]
Se ciò che dico vi serve rimanete, altrimenti andate via. [...]”

E poi aggiungo: “Vede, signora, non è che io stimi il maestro una figura elevata di cui non mi sento degno, per cui me ne distanzierei per umiltà; è che proprio non mi interessa venire associato a quel tipo di figura. Era sufficiente leggere un mio libro fino a pagina 14 per capire quanto sia lontana da me l’idea di considerarmi un maestro spirituale; non era necessario che venisse fino qui”.
E la vecchina: “Secondo me lei mente: non è un maestro!”.

L’episodio può far sorridere se si immagina la vecchina che porta avanti la sua crociata a oltranza, incurante del fatto che in quel momento nessuno si stava presentando come un maestro. Ma vi assicuro che questo cieco meccanismo di proiezione si verifica in tante persone, indipendentemente dall’età anagrafica.
Sia gli ammiratori che i denigratori... manifestano entrambi con intensità il bisogno del maestro di riferimento. Che sia da condannare o da seguire, sul piano psicologico non fa molta differenza. Vanno a spulciare ogni discorso del “maestro” per trovare la contraddizione, per coglierlo in fallo... e sperimentare così un orgasmo che evidentemente non sperimentano in altre occasioni. Infatti anche per fare opera di denigrazione nei confronti di qualcuno, sei comunque costretto a seguirlo passo passo, talvolta ancor più degli stessi suoi ammiratori.

Mi accusano di trattare male le persone che assistono alle mie conferenze. Ed è vero, perché sono un artista.
Mi accusano di essere incoerente e contraddittorio: un giorno scrivo una cosa e il giorno dopo il contrario. Ed è vero, perché sono un artista.
Mi accusano di non essere pienamente in linea con l’Alchimia tradizionale. Ed è vero, perché sono un artista.
Mi accusano di trattare tutti gli argomenti senza alcuna discriminazione: dall’Alchimia, al Vangelo, agli alieni, al complottismo. Ed è vero, perché sono un artista.

Tre anni fa a un convegno in Toscana mi hanno accusato di non essere un vero maestro Advaita e proprio un paio di settimane fa una sedicente associazione di alchimisti moderni mi ha accusato di non essere un vero iniziato all’Alchimia. A entrambe le accuse ho risposto che io sono solo uno scrittore indipendente, io porto il magico nella vita delle persone, invento, trasformo, faccio sognare, per cui parlo di ciò che voglio e con chi voglio. Un giorno posso occuparmi di esegesi del Vangelo e il giorno dopo faccio il consulente aziendale SPI (consulente per lo Sviluppo del Potenziale Individuale), ma non ho mai fatto il guru spirituale.

Qualche associazione di studiosi del fenomeno abduction prima o poi mi accuserà di non essere nemmeno un vero rapito dagli alieni!

Illuminazione? Prima di parlarne dovremmo possedere un linguaggio comune che ci permetta di definire bene cos'è e se capita a tutti nello stesso modo. Stiamo parlando di "illuminazione" secondo il significato di quale scuola? Golden Dawn, Advaita, Quarta Via, Buddismo...? A Osho, Gesù, Tolle, Crowley, Gurdjieff... è accaduto lo stesso fenomeno o fenomeni differenti? Sono certamente persone straordinarie, da cui imparare molto; ha così importanza capire quale di questi è "illuminato" e quale no?

Sono un artista, per cui se assumo comportamenti bizzarri o compio atti indecifrabili non me ne vergogno, anzi, me ne faccio un vanto.
Sono un artista, per cui se ti sto fissando al centro del petto non è per rivitalizzare il tuo chakra del Cuore, ma perché mi piacciono le tue tette.
Sono un artista, dunque se guadagno un sacco di soldi con quest’attività non me ne vergogno, me ne vanto. Voglio essere per i più giovani l’esempio di qualcuno che riesce a mantenersi seguendo le sue passioni, in libertà, senza dover bollare la cartolina tutte le mattine e senza vivere di stenti per aver scelto la carriera dell’artista.
Sono un artista, dunque se ho rapporti sessuali multipli sia con donne che con uomini non me ne vergogno, me ne vanto. Anche in questo campo... aspiro a essere un esempio per i più giovani.

L’artista può vantarsi di tutto ciò di cui il maestro spirituale deve vergognarsi!

Immaginate Picasso... donnaiolo, pieno di soldi, amante del buon mangiare e del buon bere. Se si fosse dichiarato un maestro spirituale si sarebbe rovinato la vita!

Molti di coloro che hanno partecipato ai miei seminari concordano nel dire che le mie sono performance, non semplici discorsi di stampo intellettuale o satsang dove l’illuminato parla e i discepoli ascoltano. Dopo l’ultimo seminario sul Vangelo a Viareggio una signora mi ha preso da parte e mi ha detto: “Non sembrava una conferenza su Gesù. Per un attimo mi sembrava di essere stata catapultata all’epoca di Gesù”.

Infatti non a tutti piace il mio stile. Chi va in cerca del maestro che recita la parte del maestro, ai miei seminari non torna più. Lo stesso dicasi per chi cerca il relatore intellettuale che prende posizione nei confronti dei misfatti della Chiesa o le prove storiche dell’esistenza di Gesù. Io non sono uno studioso, per cui, che io stia parlando di alieni o di cristianesimo esoterico il mio compito è far sognare le persone, farle “ragionare col Cuore”, non trasmettere dimostrazioni scientifiche od occulte informazioni esoteriche.

Se cercavate il maestro spirituale in Salvatore Brizzi, avete proprio sbagliato indirizzo, città, nazione, continente e pianeta.
"Nel prossimo futuro la figura del maestro verrà sostituita dal gruppo – scrivo sempre in Risveglio – L'evoluzione avverrà in gruppo, e non più solo in un rapporto maestro/allievo. All'interno del gruppo ci saranno comunque persone più aperte, in grado di insegnare di più, e altre più chiuse, che dovranno imparare di più, ma in ogni caso andrà via via scomparendo la figura del guru... maschio... con la barba bianca e il sorriso da ebete."
Meditate gente... meditate.
(ecco bravi, meditate voi, perché a me la meditazione non è mai piaciuta... e non me ne vergogno.... perché sono un artista e non un maestro)

[nell'ottica di mettere le persone in contatto fra loro, stiamo pensando di creare in via sperimentale un gruppo (probabilmente su Facebook, stiamo ancora decidendo) aperto solo a chi già mi conosce personalmente ed è in sintonia con il lavoro su di sé che propongo, questo per evitare fin da subito fraintendimenti, polemiche e perdite di tempo. Servirà a favorire scambi di idee sugli esercizi, nuove informazioni, e soprattutto l'organizzazione di comunità sul territorio]

Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)



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NUOVI APPUNTAMENTI


Domenica 10 Luglio a TORINO – Leadership Spirituale
La visione di QUESTI 2 VIDEO è obbligatoria per chi parteciperà al seminario del 10 Luglio a Torino.
Sab/Dom 16/17 Luglio a CISSONE (CN) – Oltre i confini


Per ulteriori info su questi seminari: www.primoraggio.it



A questo link un elenco di libri consigliati da me personalmente:
www.primoraggio.it


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La Sconfitta di Cronos di Salvatore Brizzi (da qui è possibile acquistare La sconfitta di Cronos con il 15% di sconto: 12,75 euro anziché 15)