giovedì 28 giugno 2012

Duplicare il Corso di Risveglio


Con questo messaggio vi invito a duplicare liberamente il Corso di Risveglio che io ho tenuto per sette anni in varie città d’Italia, ma principalmente, nella sua forma settimanale, a Torino.

Cosa significa duplicare?
Che differenza c’è tra duplicare e copiare?
Il duplicatore è una persona che ha avuto l’intuizione d’un insegnamento, ossia lo sente come parte di sé, anche se non è stata la prima persona a inventarlo e trasmetterlo.

Per esempio, Gesù ha avuto un’intuizione iniziale:
“Ama i tuoi nemici e prega per i tuoi persecutori.”
Se i discepoli venuti dopo di lui se ne vanno in giro a ripetere meccanicamente il suo insegnamento, sono semplicemente persone che copiano e la loro influenza sarà sempre limitata, mentre se a un certo punto della loro vita hanno avuto la stessa intuizione del loro maestro, divengono in grado di duplicarlo e la loro attività avrà successo.

Ciò non significa necessariamente che siano in grado di applicare quell’insegnamento in ogni occasione della loro vita, ma solo che lo sentono fortemente dentro di sé con una certezza intuitiva, e di conseguenza sono capaci di trasmettere agli altri ciò che sentono, non solo una lezioncina che hanno imparato sul piano mentale.
Questo sentire interiore farà sì che verranno ascoltati.

Questo discorso sulla duplicazione vale anche nell’ambito di uno stile pittorico (Picasso ha avuto l’intuizione iniziale e i cubisti sono venuti dopo di lui) o di uno stile musicale (il rock di Elvis Presley piuttosto che l’hip-hop). In ogni ambito c’è chi si limita a copiare e c’è chi riesce a duplicare la medesima intuizione iniziale.
La differenza è nel risultato. Non puoi ottenere alcun successo se ti limiti a fare la fotocopia del lavoro artistico, spirituale, letterario… di un altro. Ma puoi ottenerne molto, talvolta più dell’originale, se sei stato pervaso dalla stessa intuizione.

Se io leggo un romanzo di Chuck Palahniuk (Fight Club, Ninna Nanna) o vedo un film di Guy Ritchie (Revolver, RocknRolla) posso restare impregnato di quell’energia al punto tale da desiderare di scrivere un romanzo o girare un film nello stesso stile. Se la mia è un’autentica intuizione riuscirò nella mia impresa e avrò anche successo, se mi limiterò a copiare nella speranza di fare un po’ di soldi non farò altro che coprirmi di ridicolo.

È come se ogni genio, in ogni campo, consapevolmente o meno, desse origine a una “scuola” composta da allievi che hanno partecipato della sua stessa intuizione iniziale.

Cosa ancora più importante, se sei pervaso dal Fuoco dell’intuizione iniziale, sarai a tua volta in grado di creare una rete di altri duplicatori che ti seguiranno, mentre se il Fuoco manca nessuno seguirà il tuo esempio. Si tratta di riuscire a duplicare una passione ignea. In tal modo si crea una rete – culturale, commerciale, spirituale – dove non è più importante che tu convinca qualcuno a fare qualcosa, ma è essenziale che trovi persone in risonanza con il tuo stesso Fuoco. L’opera di proselitismo a questo punto diventa inutile, se non addirittura controproducente per la buona riuscita del lavoro.

Il Corso di Risveglio di Brizzi non è mai stato “di Brizzi”, quindi io non verrò a chiedervi una percentuale su ciò che guadagnate – ammesso che ci si riesca – tenendo le venticinque lezioni del corso; a me interessa solo che divulghiate. Ciò che ne ricaverete in termini economici, di realizzazione personale, di apertura del Cuore... sono fatti vostri. Siete liberi, faccia a faccia con voi stessi, le vostre capacità, la vostra passione.

Le intuizioni che io ho duplicato all’interno del Corso di Risveglio provengono da coloro che sono venuti prima di me. Le principali sono queste:
1) Ama i tuoi nemici e prega per i tuoi persecutori.
2) Il mondo si trova all’interno della tua coscienza, non all’esterno.
3) Tu crei – consciamente o inconsciamente – la tua realtà.
4) Vedere la Bellezza in ogni cosa.
5) Legge dello Specchio.
6) Non-giudizio.
7) Il Cerchio dell’Evoluzione lungo il quale si muove l’umanità.

Auspico che si possano creare in tutta Italia gruppi orientati alla realizzazione di queste sette intuizioni. Da un corso di risveglio può nascere un gruppo di lavoro dove le persone cominciano a trovarsi nei week end per passare più ore insieme. In seguito si acquista una casa fuori città e dal gruppo iniziale nasce una piccola comunità dove si lavora tutti insieme nell’orto, nelle opere di ristrutturazione, nella preparazione del pranzo...
Questo è il futuro.

Le lezioni con gli esercizi settimanali sono presenti nel mio libro Risveglio. Gli argomenti del corso vengono inoltre approfonditi negli altri miei libri e nei numerosi videocorsi .
Insomma, il materiale non manca.

Come si comincia? Si prende una sala in affitto per un'ora e mezza circa, in un qualsiasi centro, si avvisano le persone che già conoscete e che potrebbero essere interessate, si distribuisce qualche volantino in librerie ed erboristerie e si tiene la serata di presentazione del corso. Una settimana dopo si tiene la prima lezione, indipendentemente da come è andata la serata di presentazione, perché il passaparola potrebbe iniziare proprio dopo la presentazione. Solo al termine della prima lezione si decide se vale la pena continuare o meno.

Se decidete di sospendere, continuate a lavorare su voi stessi e interrogatevi sulle vostre motivazioni più che sulle vostre capacità. Non è un lavoro che può essere fatto con intenti egoici. Quando l’ego si mette di mezzo venite fermati o non cominciate nemmeno. Poi riprovateci più avanti nel tempo, perché se non siete pronti oggi magari lo sarete fra sei mesi o fra un anno. Come ho già detto non è essenziale che siate già in grado di amare tutti i vostri nemici e vedere la Bellezza di ogni cosa, ma è essenziale che la motivazione che vi spinge a creare un gruppo sia pura!

Voglio precisare che alla mail della mia casa editrice, Antipodi Edizioni, non rispondo io personalmente, per cui evitate di utilizzarla per chiedere chiarimenti su problemi quali:
-- la voce che sentite nella testa, che vi incita a fare proposte oscene a vostra suocera;
-- le apparizioni della nonna morta, la quale vi rivela che siete un nano, ma nessuno finora ve lo aveva mai detto;
-- il fatto che il presidio ASL vi imponga di spostarvi sempre accompagnati da due individui laureati in psichiatria;
-- le canalizzazioni che ricevete dalla Federazione Galattica, che vi dicono di non mangiare più cibi speziati e acciughe, se volete purificarvi per l’incontro con i Fratelli delle Stelle, allorquando i miti erediteranno la Terra... ma saranno costretti a mangiare in eterno tofu e germe di grano;
-- se intestare o meno la casa di campagna al vostro guru advaita;
-- problemi sessuali assortiti, i quali però possono venire rapidamente risolti – se sei bionda e hai una quarta di seno – da me personalmente, nel corso di terapie da svolgersi in sessioni private (si applicano sconti se porti un’amica mistress).

Buon lavoro a tutti.

Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)




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venerdì 22 giugno 2012

Risvegliare la macchina biologica terrestre


Siamo ostaggio di una macchina biologica di origine terrestre.
Veniamo portati in giro per il mondo, come bambini su un passeggino, da un individuo poco raccomandabile e dalle abitudini piuttosto bizzarre, fatto di carne e ossa.
Non è una situazione esistenziale invidiabile.

Ciò che veramente siamo - la nostra autocoscienza - resta seppellita in un marasma di abitudini, reazioni, comportamenti meccanici e condizionamenti psicologici, il primo e più pericoloso dei quali è la convinzione di essere già coscienti e svegli. Convinzione che, in fondo, anche se a parole dicono tutti il contrario, possiedono pure coloro che si occupano di lavoro su di sé.

“Questa frase di Osho è sbagliata secondo l’esoterismo classico. Perché dovrei credere a una cosa del genere?” Mi ha detto un giorno una persona che, a parole, lavora su di sé.
La mia risposta, come sempre molto garbata e rispettosa, è stata:
“Stai dormendo! Hai la stessa vivacità mentale di un tonno in scatola! Non hai alcuna capacità di discernere fra giusto e sbagliato, non solo in riferimento alle parole dei maestri, ma nemmeno per quanto riguarda ciò che è utile per te!”

Le persone, a parole, vogliono lavorare su di sé - il che implica l’ammissione di essere addormentati e schiavi dei pensieri e delle emozioni della macchina biologica - ma poi all’atto pratico non agisco con l’umile consapevolezza di chi avrebbe bisogno di svegliarsi anche solo per decidere cosa mangiare a colazione senza procurasi troppi danni, bensì con l’arroganza di chi pensa di essere già sveglio e perfettamente in grado di discernere fra insegnamenti validi e meno validi… per sé… e talvolta addirittura anche per gli altri.

“Questa frase dell’insegnamento di Osho è inutile per te, o per tutti?” Gli chiesi. Era una domanda trabocchetto, ma lui con la stessa ingenuità di una madre che porta il figlio di tre mesi a farsi vaccinare, mi risponde:
“Non c’entra quello che penso io. Si tratta di un errore oggettivo, perché nel vero esoterismo non s’insegnano queste cose.”

Lui si preoccupava degli insegnamenti del “vero” esoterismo… e intanto mi rivolgeva la parola dormendo! Oramai ci sono abituato e lo trovo divertente, ma le prime volte di fronte a queste scene restavo davvero stupefatto.
“Ma non si rendono conto che stanno dormendo e al posto loro sta parlando un grumo di meccanismi mentali?” Mi chiedevo fra me e me.
No, non se ne rendono minimamente conto! E c’è da spaccarsi dalle risate.

Quando siete in uno stato di Presenza, con il Cuore aperto, e qualcuno in stato di sonno viene a parlarvi, le prime volte se non fate uno sforzo rischiate di scoppiare a ridergli in faccia, qualunque cosa stia dicendo. Anche se vi racconta che è afflitto perché suo figlio sta morendo di cancro. Anzi, più la racconta grossa più vi viene da ridere. Perché l’identificazione con un problema, vista dal di fuori, risulta esilarante.

Vi sembra strano… lo so… Succede perché avete letto tantissimo ma non avete idea di cosa sia quello stato.
Voi non siete in quello stato, voi PENSATE cosa potrebbe essere quello stato; ve ne siete fatti un’idea ben precisa... e basta. E in base a quell’idea parlate di ciò che è giusto o sbagliato nel lavoro su di sé.

In seguito arriva anche la compassione per l’identificazione in cui giacciono gli altri, ma restate comunque pervasi di gioia, non di afflizione per i cosiddetti “mali” degli altri.

Siamo incatenati alla macchina biologica e questa è una situazione piuttosto sconveniente, ma l’identificazione completa con i meccanismi della macchina fa sì che pensiamo di essere liberi e padroni della nostra vita. Addirittura, più siamo identificati più ci sentiamo forti, perché percepiamo come nostra una forza che invece appartiene alla macchina. Questo è un punto importante. Lo avete compreso bene?

È come se noi ricevessimo ordini da un aguzzino per tutta la vita, ma la sofferenza che ci procurerebbe la consapevolezza di questa perenne condizione di schiavitù sarebbe per noi insostenibile, allora, come meccanismo di difesa, cominciamo a fare finta di essere noi stessi l’aguzzino, ci identifichiamo con esso a tal punto che quando lui ci grida un ordine, noi fingiamo di averlo gridato noi stessi e di stare eseguendo qualcosa che abbiamo voluto noi. Grazie all’identificazione, più è forte lui, più pensiamo di essere forti noi.
Non è geniale?

Ma adesso viene il bello.
Quando qualcuno – secondo un rapporto di uno ogni milione di abitanti – si accorge di essere totalmente meccanico e asservito a una macchina biologica di origine terrestre, entra in gioco un secondo meccanismo ancora più potente: l’imbarazzo o la sensazione di fastidio nei confronti dell’addormentamento rendono ancora più profonda la nostra identificazione con la macchina!
Mi può dare fastidio il fatto che la macchina si arrabbi, o venga presa dal panico o abbia le tette piccole… solo nella misura in cui credo ancora di essere la macchina e non la coscienza ospite!
E questo è davvero geniale.

Tutte le volte che ci sorprendiamo ad aver agito in stato ipnotico proviamo immediatamente un senso di sconfitta, di ripulsa, di profonda avversione verso le nostre stesse catene terrestri. Ma questa è ancora l’azione subdola della macchina. Anche se molte delle manifestazioni emotive della macchina non sono per nulla piacevoli da mostrare davanti ai parenti riuniti in salotto il pomeriggio di Natale, sappiate che il senso di vergogna è ancora frutto del sonno.

Che fare? La Quarta Via è la via dei furbi (per questo non ci sono giornalisti sportivi che la frequentano). La buona notizia è che il senso di sconfitta per essere ancora una volta caduti in un meccanismo inconscio può esso stesso venire usato per svegliarsi.

La macchina biologica terrestre ha milioni di anni di evoluzione alle spalle, nel corso dei quali è divenuta molto astuta nell’intrappolare le coscienze provenienti da altri piani di realtà. Noi, in quanto coscienze che navigano tra i mondi, siamo molto più antichi, ma, sul piano della materia non abbiamo ancora acquisito sufficiente esperienza da poter controllare facilmente la cieca volontà animale di una macchina biologica che ha visto un bel sedere transitare a pochi metri di distanza.

Si tratta di cogliere al volo il senso di frustrazione per non essere riusciti a fermare la macchina e rimanere in sua presenza in maniera IMPARZIALE; sentire pienamente che anche quella manifestazione di frustrazione non siamo noi. E stare lì.
Lo sforzo è mille volte più importante di ciò che notiamo durante lo sforzo.
Questo stato di osservazione imparziale diverrà un giorno un moto d’amore puro nei confronti delle variopinte manifestazioni della macchina.
La macchina sveglia diverrà docile veicolo del nostro amore. E avremo vinto.

[Questo è un articolo di approfondimento del mio libro Risvegliare la macchina biologica. Acquistabile con il 15% di sconto: 5,95 euro anziché 7,00]

Salvatore Brizzi
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giovedì 14 giugno 2012

L'apertura del Cuore


[34]Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. [35]Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.
Gv 13,34-35

Il principale compimento del lavoro magico/alchemico consiste nell'apertura del Cuore. Questa esperienza è comunemente nota come »salvezza«. Nel linguaggio della Quarta Via si parla di “centro emozionale superiore”. La connessione con tale Centro è di vitale importanza per il progresso del discepolo, il quale a un certo punto del suo percorso deve compiere uno slittamento di coscienza per passare dall'acquisizione mentale al sentire cardiaco.

È bene sapere che TUTTI i nostri problemi derivano esclusivamente dall'aridità del nostro Cuore, ossia dalla mancata apertura di questo. Problemi di denaro o di salute, difficoltà a trovare il lavoro più adatto o il partner giusto, incapacità di farsi accettare e senso di inadeguatezza... nessuno di questi fenomeni ha la sua fonte all'esterno di noi: ogni difficoltà origina al nostro interno ed è sempre causata dalla durezza del Cuore, cioè dall'incapacità di vivere in uno stato di innamoramento. La Vita non è mai stata ingiusta o cattiva, ma noi possiamo percepirla in tal modo se non la guardiamo attraverso gli occhi giusti.

Aprire il Cuore significa entrare in una dimensione di complicità rispetto al mondo. Le altre persone smettono di essere fonte di paura, sospetto, ansia... e divengono nostre complici. Fra noi e gli altri si stabilisce una sottile intesa, un senso di intima fiducia che è completamente indipendente da ciò che loro stanno pensando di noi.

La trasmutazione della paura in fiducia riguarda un cambiamento che avviene nel nostro Cuore e non ha nulla da spartire con il comportamento delle altre persone. Noi non conosciamo mai gli altri, non ne abbiamo facoltà; semplicemente ci costruiamo un'immagine mentale di loro e interagiamo con quella. Quando il Cuore si apre strappiamo questa immagine e ci lasciamo invadere dall'anima dell'altra persona, percepiamo direttamente la sua essenza senza più alcun filtro. Ecco che inevitabilmente scaturisce l'amore. Non possiamo più fare a meno di innamorarci del mondo e di ogni suo abitante.

Muoversi in ufficio, sull'autobus, al supermercato, in tangenziale... con il Cuore aperto, significa essere continuamente travolti dalla Bellezza delle persone e delle situazioni. Ci si sente protetti, al caldo, fra le braccia dell'esistenza... a casa propria. Quale magnifica sensazione camminare per strada sentendosi sempre a casa propria, perennemente circondati da sconosciuti amici! Quale benessere psicofisico può scaturire dal non dover temere nessuno, dalla certezza che niente di negativo può mai accaderci!

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Salvatore Brizzi La rinascita italica


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