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martedì 23 ottobre 2012

Libero arbitrio


Video dell’intervento di Salvatore Brizzi sul libero arbitrio:

Salvatore Brizzi libero arbitrio Roma

L’essere umano possiede libero arbitrio oppure no?
Anche se oggi nessuno si pone più la domanda e la risposta affermativa viene data per scontata, in realtà per filosofi e scienziati la questione non è ancora giunta a una soluzione certa.

Ci piace immaginare noi stessi alla stregua di esseri consapevoli, capaci di produrre atti volitivi, in possesso di libero arbitrio... ma non lo siamo affatto. O meglio, ognuno di noi lo è in misura diversa. Il libero arbitrio, ossia la capacità di produrre Volontà e modificare il mondo intorno a sé senza lasciarsi influenzare da esso, è infatti una caratteristica presente in ciascun essere umano in quantità differente. È una proprietà che non esito a definire “magica”. Volontà, Magia e libero arbitrio sono in fondo la medesima cosa. Il mago infatti è qualcuno che possiede una grande forza di volontà, e grazie a questa acquisisce anche un’ottima capacità di modificare la realtà che lo circonda.

Un Federico II Hohenstaufen possedeva una capacità di modificare la realtà intorno a sé decisamente maggiore rispetto a un questuante che chiede l’elemosina all’angolo della strada. Il secondo si affida totalmente a quanto può giungergli dall’esterno e non ha nessun controllo nemmeno su ciò che riuscirà a mangiare quel giorno. All’opposto, un imperatore o un capo di Stato hanno la possibilità di crearsi la vita che vogliono e d’influenzare milioni di persone con il loro volere.
Fra questi due opposti si colloca ognuno di noi con la sua personale capacità “magica” d’influenzare il mondo intorno a sé.

Chiedetevi in che misura state decidendo della vostra vita e in quale percentuale la state invece subendo.

Ho fatto questa premessa perché voglio presentarvi il video d’un mio intervento sul libero arbitrio tenuto a fine Settembre a Roma. L’incontro in realtà era dedicato alla divulgazione delle idee portate avanti da Armando Siri e dal suo partito, ma, probabilmente ispirato dall’eccezionale contesto – eravamo in una sala del Palazzo del Campidoglio – ho deciso sul momento di parlare del libero arbitrio e della Volontà, in quanto li ritengo indispensabili non solo nell’ambiente della politica, ma anche al fine di condurre una vita soddisfacente.

Nell’educazione di oggi si trascura la figura dell’Eroe, del Cavaliere, di colui che supera la prove con la sua forza di volontà per giungere alla vittoria o alla liberazione d’una fanciulla tenuta prigioniera in una torre (=l’anima prigioniera dentro l’apparato psicofisico che viene finalmente liberata). La società odierna glorifica lo sconfitto, colui che “vola basso”, che non si fa notare troppo per i suoi successi o per la sua intelligenza. Ci vergogniamo dei nostri successi e a nostra volta siamo pronti a criticare chi ostenta i suoi, chi osa sollevarsi dalla mediocrità e se ne frega del giudizio degli altri.

L’idea stessa di “successo” è stata degradata. Viene ritenuto “di successo” chi finisce in televisione pur senza qualità e senza aver compiuto sforzi per acquisire nuove capacità. Viene ritenuto “di successo” chi vince al superenalotto, anche qui, senza aver utilizzato particolari qualità o la propria forza di volontà. Lo sforzo necessario per raggiungere un obiettivo viene ritenuto un inutile ostacolo, anziché un aspetto evolutivo indispensabile all’acquisizione di maggiore libero arbitrio. In verità lo sforzo – che consente una trasformazione interiore mentre tentiamo di realizzare il nostro obiettivo – è massimamente evolutivo per la nostra specie e rappresenta la ragione per cui siamo qui sulla Terra.

Al telegiornale di norma s’intervistano gli sconfitti e i perseguitati dalla vita, oppure chi ha ottenuto un successo facile, effimero, mostrando il sedere in qualche reality show, e mai si presta attenzione a quei piccoli imprenditori vincenti, perché pieni di Volontà, di cui l’Italia in realtà è piena. Sono questi che dovrebbero fare da stimolo e da esempio per i giovani.
E il fatto che invece accada il contrario, dovrebbe farci pensare.

Video dell’intervento di Armando Siri sulla sovranità monetaria:

Partito Italia Nuova Armando Siri sovranità monetaria


Video dell’intervento di Salvatore Brizzi sul libero arbitrio:

Salvatore Brizzi libero arbitrio Roma

Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)

Domenica 25 Novembre si terrà a Roma la seconda Assemblea Nazionale del Partito Italia Nuova. Siete tutti invitati. (ingresso a 10 euro per finanziare le attività del PIN)

 


Il libro di Draco Daatson di Salvatore Brizzi (da qui è possibile acquistare Il libro di Draco Daatson).






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venerdì 19 ottobre 2012

Forme pensiero parassite


Un buon esercizio capace di incrementare la nostra consapevolezza sarebbe quello di stilare un elenco dei nostri parassiti.
I parassiti sono le nostre forme pensiero, i nostri demoni, le nostre piccole grandi ossessioni. La paura di fare una brutta figura, la gelosia, il dover dimostrare di valere qualcosa, il non riuscire a dire di no, credere che i soldi, il sesso o la politica siano “cose sporche”, la paura di restare senza soldi o senza un partner, credere ciecamente in qualcuno o in qualcosa (in una religione, nella scienza, in un’ideologia), ecc.

Tutto ciò con cui c’identifichiamo al punto da divenirne schiavi è un parassita, in quanto si sta nutrendo della nostra energia. La forma pensiero del partner è infatti una delle più diffuse: quello che all’inizio era amore – se mai lo è stato – può con il tempo diventare un’ossessione che ci sfinisce psicologicamente e fisicamente, invece di regalarci gioia.

Le forme parassite sono tutte le nostre credenze, le fissazioni, le paure.
“Per me quelli che parlano di Magia e Alchimia sono tutti dei ciarlatani.”
“Per me tutti quelli che parlano di spiritualità sono brave persone di cui fidarsi.”
“Per me la medicina ufficiale è tutta da buttare.”
“Per me la scienza è l’unica che può aiutarci.”
“Per me chi non fa la raccolta differenziata è un criminale.”

La situazione ha dell’incredibile in quanto la forma pensiero parassita deve per forza passare attraverso il nostro cervello, il che ci fa ingenuamente credere di stare pensando pensieri realmente nostri. Ossia non siamo in grado di distinguere tra ciò che è realmente prodotto da noi e ciò che invece ci passa solo attraverso. E tutte queste idee non-nostre siamo disposti a difenderle a ogni costo. E inoltre combattiamo contro chi vuole aprirci gli occhi verso un’altra veduta. Per esempio, la paura di restare senza soldi o senza un lavoro è una forma pensiero parassita, è la solidificazione di un’insicurezza esistenziale che in realtà nulla ha da spartire con i soldi. Il segreto per sbarazzarsene sta nel vivere ogni giorno la Sicurezza interiore, ossia nel manifestare una totale Fede nella Vita.
Eppure quando pensiamo al conto in banca ci sembra qualcosa di oggettivamente reale, di indipendente dai nostri stati d’animo.

Facciamo quindi un elenco di tutti questi parassiti.
Ma in che modo dobbiamo farlo? Questa è la parte più difficile: la lista va fatta con dolcezza, tenerezza, senza alcun giudizio né verso di loro né verso noi stessi.
Perché il giudizio è il nutrimento di tutte le forme pensiero.

Analizziamo bene questo punto. Una delle forme pensiero più grosse che ci portiamo appresso è l’idea che in noi ci sia qualcosa di sbagliato. L’idea che almeno sotto alcuni aspetti noi siamo fatti male, facciamo un sacco di errori, siamo dei buoni a nulla. Ci guardiamo ma proprio non riusciamo a vederci perfetti, c’è sempre qualcosa da mettere a posto. Da ciò consegue che non riusciamo a vedere perfetti nemmeno gli altri: qualcuno va bene ma qualcun altro proprio no.

È il senso di non essere mai all’altezza della situazione. Paradossalmente, se guardiamo le nostre forme pensiero giudicandole, le rafforziamo sempre di più. Per cui a un primo stadio l’esercizio consiste nel cominciare a elencare onestamente tutti i parassiti che abbiamo addosso. Le forme pensiero che non ci lasciano vivere e che noi crediamo facciano parte del nostro modo di essere. Giusto per fare il punto della situazione. Ogni modo di pensare parassita è come se fosse un velo davanti agli occhi: se ce ne sono uno o due qualcosa s’intravede ancora, ma se ce ne sono molti, non si vede più niente della realtà circostante.

A un secondo stadio, come lavoro di guarigione dovremmo metterci davanti allo specchio per qualche minuto completamente nudi e provare ad amarci. Se all’inizio non sappiamo cosa significa “provare ad amarci” non importa; quasi nessuno lo sa all’inizio. Proviamoci lo stesso. Guardarci nudi per qualche minuto non può farci male. È un fatto simbolico, perché in quel momento ci sentiremo nudi anche sul piano psicologico. Ogni particolare del nostro corpo rappresenta infatti un aspetto della nostra psiche. Per cui stiamo simbolicamente mettendo a nudo anche la nostra psiche. Sopportare la vista del proprio corpo nudo è difficile per la maggior parte delle persone. Anche in questo caso... se non ci riusciamo... nessun giudizio. Facciamolo con tenerezza. Proviamo tenerezza per ogni centimetro di cellulite o per ogni centimetro di altezza che ci manca. In questo modo infliggeremo un duro colpo al nostro parassita più grande: il giudizio.

Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)



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giovedì 11 ottobre 2012

Risveglio e Politica


Negli anni ’70, quando io ero un ragazzino, il barbiere da cui andava mio padre era impegnato politicamente: il ricordo delle immagini del papa e di Berlinguer affiancate sulla stessa parete mi fa sorridere ancora oggi! L’immagine di Benigni che solleva Berlinguer nel 1983, campeggiava su una parete del negozio della fiorista ancora fino alla fine degli anni ’80. L’edicolante invece spacciava sottobanco numeri introvabili di riviste su cui avevano scritto Julius Evola e Arturo Reghini e oggettistica militare di destra: spille, medagliette e addirittura qualche orologio d’epoca (ricordo un originale, ma non funzionante, orologio della Wehrmacht).

Negli anni ’60, ’70 e ’80 si parlava di politica.
Scorreva a fiumi nei bar, nei mercati rionali, dal barbiere... persino allo stadio.
Se ti occupavi di politica questo era considerato un punto d’onore per la tua persona. Spesso anche il regista, l’attore, il cantante... erano dichiaratamente politicizzati.

Questo accadeva perché nella politica ardeva il Fuoco; per cui nessuno si vergognava di manifestare quel Fuoco, e non importava che fosse di sinistra o di destra: il Fuoco è il Fuoco. Ma ve lo vedete oggi un cantante rock dichiarare la propria appartenenza politica all’UDC (Unione di Centro)? O al FLI (il partito di Gianfranco Fini, l’archetipo del traditore per eccellenza... di ideali e di persone)? Ve lo immaginate un giovane anni ’70 che si scontra in piazza con la Polizia, sotto la bandiera dell’UDEUR (il partito di Clemente Mastella)???
Dietro queste sigle non c’è Fuoco, non c’è passione, non ci sono leader.
Si vergognano persino di chiamarsi “partito”: movimento, alleanza, circolo, federazione, unione... e i partiti stanno scomparendo, si occultano, si travestono.

Le persone a volte mi chiedono com’è possibile che una persona come me, che parla di risveglio e apertura del Cuore, abbia deciso di occuparsi di politica. Io li guardo stranito: “Com’è possibile che TU non te ne occupi!” è la mia risposta. Occuparsene è normale, non occuparsene, soprattutto in questo periodo, è criminale. È incredibile che ciò che fino a pochi decenni fa era considerato un segno di grande senso civico, adesso viene considerato disonorevole e guardato con sospetto.

In questi mesi ho potuto constatare che le persone che commentano il mio interessarmi di politica si dividono in tre categorie principali: a) chi mi crede un ingenuo che si è imbarcato in un’avventura troppo grande per lui, un ambiente dove gli idealisti come me o si sporcano o fanno una brutta fine; b) chi mi crede un furbastro che ha deciso di sfruttare la sua notorietà per entrare in Parlamento e assicurasi anche lui una fetta della torta; c) chi ha deciso di seguirmi perché nel cambiamento ci crede anche lui/lei, indipendentemente da quelle che saranno le conseguenze (vantaggi e rischi) personali a cui andremo incontro tutti insieme.

Persino i sociologi si stanno accorgendo che è in atto una sistematica azione di delegittimazione dei partiti e della politica in generale. Partiamo dal presupposto che tutto quanto viene detto nei tg ha lo scopo di provocare una certa reazione nei cani di Pavlov che stanno davanti allo schermo. Gli scandali vengono fatti emergere “ad arte” affinché i partiti – e, per estensione, anche la politica – vengano visti sempre di più come indegni della fiducia dei cittadini. La conseguenza è che i cittadini non ne vogliono più sapere di politica (astensioni in forte crescita) oppure sono molto arrabbiati con la politica (successo del Movimento5Stelle).

La parola d’ordine dell’oligarchia europea è: “Tenete la gente lontana dalla politica!”
Allora la politica si trasforma in ragioneria, la filosofia diventa tecnica, lo spirito si perde nella materia. Tutti si lasciano docilmente strangolare dalle tasse, perché a stabilirlo è stato un professore, un tecnico, non un politico/ciarlatano. E intanto nessuno s’infiamma più per un ideale politico. Ma, come sapevano bene gli antichi, se un uomo non ha niente per cui è disposto a morire, allora è già morto e non se n’è accorto.
A cosa mi serve essere vivo se non credo in nulla? Come faccio a giustificare lo spreco dell’aria che respiro tutti i giorni?

Anche io in passato non ne volevo sapere di politica e cambiavo canale quando se ne parlava in televisione. Ma adesso, proprio grazie ai sette anni di lavoro su di me e ai sette anni successivi d’insegnamento, dopo 14 anni ho capito che l’impegno politico non è altro che il naturale seguito del processo di risveglio dell’anima. La coscienza si allarga e comprende al suo interno non più solo la famiglia e gli amici dei corsi di meditazione, ma l’intero Stato con i suoi problemi economici, le imposte, le privatizzazioni, le operazioni occulte dei banchieri, le guerre preparate a tavolino...

Quando ho cominciato a leggere questi libri ho deciso che non potevo più stare davanti a una tastiera a commentare su facebook, ma dovevo fare qualcosa in prima persona. Il mio Cuore mi ha portato verso Armando Siri e il suo neo-nato partito, ma per ognuno di voi l’espressione “impegno politico” potrebbe significare qualcosa di diverso, che cambia in funzione di un differente sentire interiore.

Il mio obiettivo è portare il tema del Risveglio a milioni di persone. Il mio obiettivo è giungere a occuparmi del Ministero dell’Educazione e dare avvio a programmi scolastici che aprano la coscienza dei giovani anziché fossilizzarla. Fare sì che agli autori classici vengano affiancati autori come Osho, Steiner, Krishnamurti, Gurdjieff, Givaudan, Aivanhov, ecc.

Per chi fosse interessato al connubio Risveglio e Politica, ho deciso di tenere a Torino delle serate proprio con questo titolo. Si svolgeranno a cadenza quindicinale a partire da giovedì 25 Ottobre. La sala si trova presso un istituto scolastico, in cso Unione Sovietica 312. Le lezioni si svolgeranno dalle 21:00 (si inizierà puntuali) alle 22:30. Ingresso a offerta libera.

La lezione sarà dedicata principalmente agli argomenti classici del mio Corso di Risveglio, e verranno assegnati degli esercizi come accadeva negli anni passati, mentre nella parte finale si tratterà della nuova politica. Più che fare lezione, in questa seconda parte lascerò spazio alle domande.

Sarebbe magnifico organizzare un gruppo di persone motivate che si dedicano al Risveglio e al contempo sono attiviste politiche intenzionate a “inquinare” il Parlamento italiano con la loro Presenza.

Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)



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