lunedì 30 marzo 2020

Adattamento o follia

Immagine tratta da La Porta del Mago

Il periodo storico ci sta chiedendo dei sacrifici.
Lasciamo da parte il dubbio sul fatto che tali sacrifici siano proporzionati o meno rispetto a quanto accade; focalizziamoci invece su ciò che stiamo vivendo e che comunque siamo costretti a vivere, aldilà di ogni dietrologia – e di ogni dietologia (ho già preso tre chili) – possibile.

Il sacrificio non è altro che un’iniezione di maggiore disciplina all’interno del tessuto sociale. In questo caso, la disciplina viene imposta dall’alto, stiamo cioè parlando della fase a) che ho illustrato in un post su Facebook del 28 marzo: “Le fasi della disciplina di sé”. Dal momento che ognuno di noi si trova a un livello di coscienza differente ed è quindi in grado di disciplinare la propria macchina biologica in misura differente... per qualcuno le restrizioni di questo periodo saranno delle piccole limitazioni, ma per qualcun altro – la grande maggioranza – la situazione potrebbe presto tramutarsi in un vero incubo.

Immaginate un bambino abituato a passare la maggior parte della giornata a giocare alla scuola materna con i suoi coetanei... per poi uscire e passare un’oretta al parco a correre... e che adesso deve restare tutto il giorno in casa con i genitori. Immaginate un adolescente abituato a vedere i suoi amici a scuola tutti i giorni... per poi vederli anche il pomeriggio per “studiare” insieme... e che adesso deve stare in casa con i genitori. E poi immaginate i genitori... due sconosciuti abituati a vedersi solo due o tre ore la sera prima di andare a dormire... e che adesso devono stare tutto il giorno in casa insieme... e insieme ai figli, i quali sono agitati e nervosi perché non possono vedere i loro amici. Un mio conoscente mi ha detto: «Non andando a lavorare devo stare a casa con mia moglie e i miei figli, ma non mi pesa più di tanto... alla fine ho scoperto che sono delle brave persone»!!!

Limitando la libertà di movimento dei cittadini, si crea in maniera automatica un elevato grado di “pressione sociale”. Da un punto di vista scientifico si tratta d’un esperimento decisamente interessante: come reagisce sul piano psicologico (ma anche su quello fisiologico/ormonale) qualcuno che è abituato a lavorare otto ore al giorno e adesso non può più farlo, oppure qualcuno che fa sport tre volte a settimana e adesso può uscire solo per fare la spesa? Quale percentuale dei cittadini si adatta, quale entra in depressione e quale percentuale reagisce in maniera violenta? Per esempio, è già aumentato il consumo di alcolici (anche perché è diventato impossibile procurarsi droghe) e sono aumentati i provvedimenti TSO. Ma cosa sta succedendo all’interno di queste famiglie chiuse in casa non lo sappiamo... o lo sapremo solo fra qualche mese... o non lo sapremo mai, perché sarà la stampa a decidere cosa dovremo sapere.

Il punto è che siamo solo all’inizio.
Come dico in La Porta del Mago (uno dei requisiti per entrare nel gruppo privato sarà, ovviamente, aver letto questo libro), il nostro futuro prevede un periodo di rapida evoluzione della coscienza e quindi di rapida disidentificazione dai nostri attaccamenti: persone, cose, denaro, abitudini, ecc.

LA VITA DI TUTTI QUANTI VERRÀ RIVOLUZIONATA, in quanto il fenomeno sarà di stampo sociale, tuttavia, la maggior parte delle persone non è pronta per questo salto di coscienza. Il risultato è che qualcuno disciplinerà sempre di più la sua macchina biologica e saprà sviluppare un rapido adattamento ai cambiamenti (requisito indispensabile per la sopravvivenza di qualunque specie), mentre la grande maggioranza delle persone entrerà in uno stato di follia sempre più accentuato (da qui la necessità, da parte di chi sa già cosa sta per succedere, di cominciare a distribuire polizia ed eserciti in maniera sempre più capillare).

“Andrà tutto bene”, come dicono gli slogan che sono in voga in questo momento?
Dipende. Da un punto di vista spirituale – quindi, dal NOSTRO punto di vista – andrà tutto sempre meglio, in quanto finalmente si compirà ciò che deve compiersi: ci distaccheremo dalla personalità e dai suoi stupidi attaccamenti per identificarci unicamente con l’anima immortale, la nostra vera essenza, fatta di Gioia e Presenza. Da un altro punto di vista – quello che riguarda le persone che sono uscite sul balcone a cantare l’inno italiano, per intenderci – le cose andranno sempre peggio. Paradossalmente, andrà male proprio per chi crede che andrà tutto bene. Non credo occorra un esperto di finanza per capire che sta per abbattersi uno tsunami, sia sull’Italia che su buona parte del mondo. Ma a NOI cosa succederà?

Dipende. Voi quanta Fede avete? Io ne ho molta. A questo argomento ho accennato nell’articolo “Avere fede in Dio o nella televisione”. Se avrete Fede non dovrete necessariamente vivere delle restrizioni economiche. Da cosa dipenderà se vivrete nella “vera Ricchezza” oppure nella povertà i prossimi anni? Da ciò che è più utile per l’evoluzione della vostra anima. Nemmeno io so cosa mi accadrà, ma so che sarà il meglio per me. Aver Fede significa vivere nella certezza che qualunque cosa ci accade è la cosa migliore per la nostra evoluzione, anche fosse la morte della macchina biologica.

Ma voi avete Fede più d’un granello di senape?

«Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe. (Lc 17,6)





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domenica 29 marzo 2020

Avere fede in Dio o nella televisione


Le persone non credono più in Dio, non hanno più Fede nello spirito, ma non è vero che non credono più in nulla, credono nella televisione. E vale anche per i sacerdoti. Quando la classe sacerdotale stessa non crede più in Dio, quando il papa stesso non crede più in Dio, non ci può essere salvezza per una civiltà. È un dato di fatto ben conosciuto nella Scienza dell’Anima, in quanto accade regolarmente quando si tocca il punto più basso d’un ciclo storico.

Le vostre principali obiezioni al mio articolo “La caduta definitiva della Chiesa” sono state:
1)   «Sono esseri umani anche loro, per questo mettono la mascherina!».
2)   «C’è una disposizione di legge, quindi anche loro devono attenervisi».
3)   «Che cosa ci importa che non ci sia più la messa? Chi vuole prega in casa».
Queste affermazioni confermano che la caduta della Fede parte dal basso, ossia le persone non riescono nemmeno a immaginare quali siano le conseguenze positive dell’“avere Fede” e quindi non si accorgono che i loro stessi sacerdoti l’hanno persa.

Non è che voi avete perso la Fede perché la Chiesa non è più all’altezza, bensì la Chiesa non è più all’altezza perché rispecchia voi... che avete perso la Fede. Questo dovete ricordarvelo bene, prima di dare la colpa alla Chiesa. Se non capite quale differenza intercorre fra la celebrazione d’una messa e il pregare in casa... avete esattamente i preti che vi meritate, nella stessa misura in cui avete i politici che vi meritate.

Riporto un articolo di Enzo Bianchi, il fondatore della Comunità monastica di Bose, in Piemonte. Fa notare che i sacramenti e il pregare insieme in chiesa sono per i fedeli beni di prima necessità, imprescindibili, essendo la Chiesa una comunità prima che un’istituzione. Ma alla fine dell’articolo anche lui cade e mostra di non aver mai avuto un contatto diretto con la Grazia della Fede, dice infatti: «Non è il tempo dei miracolisti o di processioni per guarire il virus o cose simili. Con la fede non sconfiggiamo la pandemia, è chiaro, ma i sacramenti sono cose decisive e non superflue per noi cristiani.»

Caro Enzo Bianchi, la Fede non è un discorso mentale, aver Fede non significa essere fortemente convinti d’una credenza, come pensa il popolino. L’AUTENTICA FEDE IN DIO È UNA GRAZIA CHE PUÒ VENIRE UNICAMENTE COME CONSEGUENZA D’UN CUORE APERTO – cioè da una coscienza che è stata rinnovata fino a identificarsi con l’anima. Caro Enzo Bianchi, la Fede in Dio purifica, trasforma, rinnova, guarisce, protegge e, soprattutto, dà il coraggio di alzare la testa e di gridare: «Io rispondo a Dio, non allo Stato, perché ho il dovere "di fronte a Dio" di compiere il mio ministero. E adesso arrestatemi pure!». Questo è il motivo per cui nella storia tante suore e tanti sacerdoti sono sempre stati disposti a lavorare in mezzo a lebbrosi ed appestati... per anni... fino alla morte. AVEVANO LA GRAZIA DELLA FEDE NEL CUORE. Muore chi decide Dio, non chi decide il virus, perché il virus non si trova “fuori da Dio”. Preti e suore con guanti e mascherine sono i soldati sconfitti d’una guerra ormai persa.

Il crollo della Fede, che condurrà questa civiltà a cose ben peggiori – non solo qualche migliaio di morti d’influenza – è l’elemento tragico che è emerso da questa "emergenza" (come giustamente dice il termine stesso).

Se volete discostarvi dalla vostra classe sacerdotale allo sbando e dalla civiltà che essa rappresenta, abbiate Fede in Dio, conservate Dio nel vostro Cuore come un Fuoco che arde e mai consuma, affinché Esso renda gioiosa la vostra morte... e soprattutto la vostra vita. Non barattate la vostra libertà con la sicurezza di rimanere vivi, perché non otterrete né la libertà né la vita. Con l'esempio, insegnate la Fede a chi dovrebbe insegnarvi la Fede.

«Va’, la tua fede ti ha salvato» disse Gesù al cieco guarito.

«La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono» (Ebrei 11:1).




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