martedì 4 maggio 2021

MANUALE DI INSURREZIONE – Precisazioni sulla Lezione 7

Dai vostri commenti alla lezione 7 è emersa la necessità di alcune precisazioni in merito a due temi in particolare: l’alimentazione e il sacrificio. [le lezioni compaiono solo sul mio gruppo privato Facebook, quindi non affannatevi a cercarle qui]

L’ALIMENTAZIONE. In una frase ho scritto: «Mirano a farvi diventare tutti vegetariani perché vogliono che vi identifichiate nella psicologia delle prede!» Dell’alimentazione ho già trattato in passato (si vedano gli articoli “In difesa di Adriano Panzironi” e “L’alimentazione nel percorso spirituale”). In sintesi, il mio pensiero è che ognuno deve sentire dentro di sé quale regime alimentare è più adatto a lui, con il fine di restare in salute sia fisicamente che psicologicamente. La vostra salute è più importante di qualunque ideologia animalista! Personalmente non ho alcuna preclusione in merito, anche se io, come specifico in quegli articoli, ho trovato il mio equilibrio con una dieta molto proteica. È una dieta che – almeno qui in Italia – viene associata al nome del giornalista Panzironi, ma in realtà esiste da molto tempo e non l’ha certo inventata lui.

La frase da me scritta nella lezione di cui è qui questione, concerne invece il fatto che le masse se non mangiano carne perdono aggressività e i poteri forti non vogliono masse aggressive, così come non vogliono che i cittadini onesti posseggano armi, né vogliono che abbiano una sessualità ben definita. Restando nel campo esoterico, che è il mio campo, uno stile di vita sedentario e una diminuzione delle proteine animali diminuisce la voglia di lottare, anche per la propria libertà. In altre parole, le masse divengono più docili. Non è un caso che i latini dicessero mens sana in corpore sano e i nostri controllori stiano sfruttando l’emergenza pandemica per distruggere proprio il comparto dello sport (quello praticato dalle masse nelle palestre, non quello dell’élite sportivo-televisiva) e il comparto della cultura (biblioteche, cinema, teatri, performance, convegni di scienza, arte o spiritualità).

Quando parlo di aggressività, parlo di quella sana: la combattività, lo spirito guerriero. Paradossalmente, come faccio notare ampiamente nell’articolo L’alimentazione nel percorso spirituale”, il regime totalmente vegetariano fa sì che emerga nelle persone un’aggressività isterica, che nulla ha da spartire con l’impeto guerriero, ma è decisamente più simile al “fanatismo religioso”.

Questo processo di indebolimento, lo ribadisco, concerne le masse e non il singolo che ha già una certa consapevolezza e sa già cosa è meglio per ottenere il massimo dal proprio apparato psicofisico. Quella frase non significa quindi che l’individuo – maschio o femmina che sia – non possa divenire un atleta o un guerriero se non mangia carne. Esistono persino atleti di triathlon che seguono un regime vegano. Tuttavia, se vuoi delle folle più docili devi convincerli che sia più sano mangiare ciò che mangiano le capre e le zebre, non ciò che mangiano le tigri.

IL SACRIFICIO. Qualcuno di voi mi ha chiesto se il sacrificio di cui parlo nella lezione 7 sia indispensabile. Una madre deve davvero giungere a vedere suo figlio morire ed esserne orgogliosa? In effetti Maria, la madre di Gesù, ha vissuto questa esperienza e come lei l’hanno vissuta anche tante altre mamme; qualcuna si è sentita fiera, ma molte altre si sono sentite frustrate e arrabbiate con la vita. Resta il fatto che la Crocifissione (solitamente metaforica) rappresenta un’iniziazione ben precisa attraverso cui ognuno di noi un giorno dovrà passare. Da queste considerazioni nasce la domanda che puntualmente mi fate: «Ma non si può evolvere nella gioia? Perché parlare sempre di sacrificio, battaglia e sofferenza?»

Le mie risposte – oramai da anni – sono sempre le stesse:

1.   Fatelo! Non dovete chiedere la mia autorizzazione per evolvere nella gioia. Perché non guardate il mondo per come veramente è... ed entrate nella gioia proprio adesso?

2.   La vera battaglia e il vero sacrificio avvengono proprio nella gioia!

I maestri della Fratellanza in verità non ci impongono di morire per le nostre idee. La crocifissione di Gesù e di alcuni altri personaggi è stata archetipica, ma non è detto che noi tutti dobbiamo fare la fine di Kennedy, Gandhi, Falcone e Borsellino. L’ideale per i maestri è che noi riusciamo a portare avanti la nostra missione e professare le nostre idee fino alla fine dei nostri giorni. Bisogna essere disposti a morire per le proprie idee, ma non è detto che ciò debba succedere. Dobbiamo possedere però la predisposizione a farlo. Come il comandante di una nave che deve essere disposto ad affondare con la sua nave. Però, dicono i maestri: un capitano che è davvero disposto ad affondare con la sua nave, comanda una nave inaffondabile!

Il vostro Scarasaggio

 

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