La Porta d'Oro: gennaio 2024

mercoledì 24 gennaio 2024

Perché non riesco a mettere in pratica quello che ho imparato

«Brizzi, ma come mai io ho capito tutto riguardo il non giudizio, riguardo il fatto che ognuno di noi è a un livello di coscienza diverso, perciò è normale che qualcuno voglia fare beneficenza e qualcuno voglia rubare. Ho capito che ognuno di noi ha la sua strada e anziché giudicare gli altri dovremmo pensare solo a espandere la nostra coscienza e realizzare la nostra missione. Ma come mai, nonostante abbia capito tutto questo... ogni mattina mi arrabbio con mio figlio, e poi mi arrabbio col collega, e poi con il traffico? Cos’è che non ho capito?»

La risposta a questa domanda è la lezione “La gestione dei corpi” del Corso di Risveglio della Coscienza. Tutti gli istruttori sono tenuti a farla, perché altrimenti non si comprende un meccanismo molto importante. Questa è una sintesi di quella lezione.

Le persone credono che il lavoro sia finito quando hanno capito qualcosa, mentre il lavoro COMINCIA dopo che hanno capito come funzionano le leggi di questo mondo. L’informazione che hanno acquisito sul piano intellettuale – e con la quale evidentemente sono d’accordo – deve poi passare ai corpi, in particolare a quello emotivo, che è il campo dove si combatte la battaglia più dura con la meccanicità dell’apparato psicofisico.

IO E I MIEI CORPI SIAMO ENTITÀ DIFFERENTI, CON SCOPI DIFFERENTI.

Tu non vuoi giudicare, perché hai capito che più giudichi più stai male, ma alla fine non puoi fare a meno di giudicare ugualmente. Tu vuoi fare la brava e inondare il mondo di pace, ma alla prima occasione ti incazzi come una bestia con la collega o con il personaggio politico di turno o con l’arbitro cornuto. Questa tua incapacità ti fa arrabbiare ancora di più. E ti fa sentire frustrata.

Questo significa anche che se oggi ammazzi qualcuno, perché sei preso dal tuo disagio emotivo, poi dopo qualche anno di galera cominci a pensare: «Ma cavolo, come ho fatto a compiere quell’atto? Oggi non lo farei mai». Se è avvenuta una reale trasformazione interiore, cioè SE L’INFORMAZIONE È PASSATA ANCHE NEL CORPO EMOTIVO, allora non lo farai davvero più. Ma se non è avvenuto questo passaggio, quando ti ritroverai in una condizione simile lo rifarai ancora. Ciò che vale per un omicidio, vale anche per il drogarsi o per il rispondere male alla propria madre.

La soluzione non risiede nell’afferrare i corpi per il collo e tentare di strozzarli finché non si arrendono e dicono: «Okay, okay, ho capito!»

LA SOLUZIONE È SEMPRE VERTICALE: IDENTIFICARCI CON L’ANIMA.

PER IDENTIFICARCI CON L’ANIMA, DOBBIAMO RICORDARCI DI OSSERVARE LE MILLE ESPRESSIONI DELLA MACCHINA BIOLOGICA.

UNA VOLTA RAGGIUNTO UN CERTO GRADO DI DISTACCO DALLE ESPRESSIONI DELLA MACCHINA... LA MACCHINA SI SVEGLIA E INIZIA A COLLABORARE CON L’ANIMA.

A QUESTO PUNTO IL VOLERE DELL’ANIMA E QUELLO DELLA MACCHINA COINCIDONO.

Il fatto che il corpo emotivo non obbedisca subito, fa parte di una situazione giusta e normale. Ai corpi occorre che voi lavoriate sulla PRESENZA a lungo e con determinazione, IN MANIERA COSTANTE E PROLUNGATA, come si fa quando si devono imparare le tabelline a scuola: più vi impegnate, prima il corpo mentale le impara. Se trascurate di esercitarvi ogni giorno, in quinta elementare non saprete ancora recitare le tabelline a memoria.

Se vi dimenticate chi siete, se vi dimenticate che non siete il vostro corpo mentale e quello emotivo, in un periodo storico veloce e caotico come questo, siete fottuti.

Elenco di tutti gli audiolibri di Salvatore Brizzi:
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Salvatore Brizzi

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venerdì 19 gennaio 2024

Approfondimento sull'uso delle sostanze droganti

Questo articolo è un approfondimento del mio precedente articolo: Non è vero che le droghe leggere non fanno male, che vi consiglio di leggere.

Riporto dapprima un breve intervento che mi ha inviato il mio amico terapeuta esseno Alessio Reghellin, che oramai conosco da più di 12 anni e di cui mi fido pienamente.

Poi riporto un paio di miei vecchi post pubblicati in tempi diversi su FB.

Premesso che NON È MIA INTENZIONE PARLARE MALE DELLE DROGHE NÉ FAR SENTIRE IN COLPA CHI NE FA USO, spero che questo materiale possa aiutarvi a chiarire il tema, piuttosto spinoso, dal punto di vista della “Scienza dell’Anima” o “Scienza dei Maestri” o “Scienza dello Spirito” ... chiamatela un po’ come volete.

Che fine ha fatto Totò Baby? (1964)

Ripeto ancora una volta che le mie considerazioni non derivano da studi scientifici e io non sono qui per dimostrare nulla in nessun campo. Ogni tanto riporto degli articoli che si rifanno a studi scientifici unicamente per farvi capire che persino alcuni scienziati, sebbene siano ancora in ritardo rispetto alla Scienza dei Maestri, cominciano a capire che c’è qualcosa che non va in una scienza che segue le mode sociali anziché indirizzarle. Ogni volta che un gruppo di scienziati produce uno studio che osa distaccarsi dal “pensiero unico del sistema”, viene ignorato oppure sommerso dalle critiche, perché il sistema si muove verso, per esempio, la liberalizzazione delle droghe per uso ricreativo e la fluidità sessuale (si cerca di dimostrare che il sesso non è stabilito alla nascita, ma è frutto di una scelta dell’individuo).

Quella parte di voi che è ancora prigioniera della filosofia: “Se non me lo dimostri, non è vero”, su di me non ha presa.

Ciao Salvo,

ho letto l'articolo cha hai pubblicato sulle droghe leggere. In riferimento alla marijuana, se tu volessi completare ancora di più il quadro, potresti aggiungere che dal punto di vista energetico, il problema con la volontà, la quale è propria del primo chakra, è determinato dal fatto che questa sostanza taglia letteralmente le “radici” di chi ne fa uso e quindi va a ledere proprio quel centro. Questo è dovuto all'effetto della droga che "ti spara" letteralmente fuori dal corpo. Inoltre la concentrazione di thc, qualche decennio fa, era attorno al 3-4%, mentre ai giorni nostri, a causa degli incroci sulla pianta realizzati dall'uomo, è arrivata a circa il 16% (il quadruplo). Questo comporta un effetto dirompente e un importante sconquassamento dei corpi sottili (con la creazione di “brecce” nell'aura se l'uso diviene persistente), che ha come risultato energetico finale, lo stazionamento fuori dal corpo per molto più tempo rispetto a prima.

E se l'inquilino manca da casa per tanto tempo... e ci sono pure delle porte aperte... A buon intenditore, poche parole.

Alessio Reghellin

SULLA CANNABIS

Non è vero che le canne non fanno male. Lo sapevo anche senza l'avallo degli studi scientifici, però mi fa piacere che qualcuno cominci a far sentire la sua voce in questo senso. Le canne non ti uccidono, per cui vengono considerate “droghe leggere”, ma nel corso degli anni ti rincretiniscono e, soprattutto, alimentano le emozioni negative, in particolare il vittimismo, facendoti rifiutare sempre di più il mondo. Quando sei sotto l’effetto di una sostanza, magari ti sembra di stare meglio e hai la mente più aperta, ma in generale esse alterano la tua percezione del mondo e ti portano nella direzione contraria alla visione della bellezza.

Puoi sentirti euforico e persino geniale per un po’ di tempo (ma non a tutti succede, perché io ho avuto esperienza del fatto che un pittore o un musicista mediocre... resta comunque un pittore e un musicista mediocre, anche sotto l’effetto di sostanze psicotrope!), in ogni caso, quando cala l’effetto, TU non ti senti migliore e non vedi migliori nemmeno gli altri. Per poter stare bene devi continuare a fumare, altrimenti vedi un mondo che fa schifo più di prima.

A causa dell’assuefazione a determinati stimoli che alterano la realtà quando si è in fase “high” – e a causa della Legge di Compensazione – se l’uso è continuativo il risultato finale sarà sempre l’incapacità di vedere la bellezza del mondo.

Articolo di riferimento:

http://www.cufrad.it/news-alcologia/cannabis-tabacco/biological-psychiatry-studio-conferma-il-rischio-psicosi-dovuto-alla-cannabis/37106?fbclid=IwAR0L-SCbJZwb5uEcVDXInwjl7lnuonFDOCImF2_JTRKVPZVqV-MHGPYtuuY

SULLE SOSTANZE PSICOTROPE
Alcune di queste sostanze – e mi riferisco in particolare alle “piante sacre” (hashish, ayahuasca, peyote, virola, ecc.) – hanno, perlomeno potenzialmente, la capacità di condurre l’individuo in uno stato alterato che consente sia una maggiore introspezione che un contatto con differenti piani della realtà.

Talvolta, causano anche un temporaneo annullamento dell’ego, che però, essendo avvenuto in maniera meccanica – ossia causato dall’esterno e non da un progressivo percorso interiore – non è da confondere con un autentico stato di realizzazione interiore. Si tratta di una temporanea (quando va bene) perdita del normale senso di identità. Ma l’ego in questo caso viene superato “dal basso” anziché venire sostituito “dall’alto”, cioè da un senso del sé più consapevole.

Spiego meglio con un esempio la differenza tra “superamento dal basso” e “superamento dall’alto”: annullare l’ego per divenire come la coscienza di un albero – che vive nell’unità e nel qui e ora... sì... ma non ne è consapevole – è differente che espandere la coscienza fino a comprendere tutto... in maniera consapevole. È un po’ lo stesso discorso che porta avanti chi afferma che i gatti sono più evoluti di noi, perché vivono nel qui e ora e perché loro applicano a livello agonistico il “take it easy”. Ma io dubito fortemente che una creatura che si lava il culo con la lingua si possa collocare più in alto di me sulla scala evolutiva!

Riflettete su questo: la goccia si perde nell’oceano oppure la goccia diventa l’oceano?

Questi stati di alterazione possono risultare utili ma anche pericolosi, in quanto è possibile che vengano dissolte le strutture dell’identità personale senza sostituirle con qualcosa di superiore. Allora non si diventa un sé più espanso, bensì solo un ego danneggiato, che però può sembrare un illuminato, solo perché non percepisce più le ansie psicologiche di prima, come un albero, come un gatto o come un neonato.

[prima che qualcuno pensi: «Ma Brizzi, non si può parlare senza aver provato certe cose!» vi dico subito che io ho provato certe cose. Grazie.]

[chi ha capito il riferimento della locandina del film di Totò?]

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Salvatore Brizzi

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mercoledì 17 gennaio 2024

Non è vero che le droghe leggere non fanno male

Diversi anni fa, dopo l’uscita di questi due articoli

(L’uso di cannabis sembra associato ad alterazioni nei centri cerebrali emotivi)

(Studio conferma il rischio psicosi dovuto alla cannabis)

avevo pubblicato un mio post dove dicevo che anche dal punto di vista della scienza esoterica le droghe cosiddette leggere – per esempio, la cannabis – non fanno bene. Mettevo inoltre l’accento sul fatto che queste sostanze oggi vengono prese troppo alla leggera e con molta indulgenza, soprattutto nell’ambiente new age. Devo dire che l’articolo non riscosse un grande successo e i commenti su FB andarono da un moderato “Brizzi non mi aspettavo che tu fossi così bacchettone” oppure “Brizzi ormai lo sanno tutti che la cannabis fa bene, la usano anche in medicina” fino a sfociare in veri e propri insulti diretti alla mia persona e ai parenti più stretti, con tanto di insinuazioni sulla moralità di mia madre!

Il mio post non l’ho più trovato, non ricordo nemmeno se lo avevo pubblicato su FB oppure su Telegram; in ogni caso, ripeterò le stesse cose qui.

Jeff Bridges, Steve Buscemi e John Goodman in Il grande Lebowsky

Veniamo ad oggi. Nel mio ultimo libro Tutta la verità sui Vampiri, a pag. 8 parlo del periodo della mia vita in cui mi vestivo solo di nero, avevo i capelli lunghi e facevo uso di alcune sostanze droganti. Più di una persona, dopo aver letto il libro mi ha scritto chiedendo spiegazioni: forse temevano che in tal modo io stessi indirettamente invogliando i giovani... a vestirsi di nero!

Inoltre, giusto qualche giorno fa ho pubblicato su Telegram il link a un video di Instagram ( https://www.instagram.com/reel/C1ukR_EsAgq/?igsh=bWN3Mnl2YzRseWdy ) dove cinque donne di un'organizzazione femminista messicana, Las Hermanas del Valle, si vestono da suore e coltivano la cannabis nella loro fattoria, preparando medicinali e fumando. Il loro obiettivo è rendere la cannabis legale, strappandone il monopolio al narcotraffico. Vi assicuro che è una notizia vera. L’ho condivisa unicamente perché l’ho trovata davvero davvero strana e molto comica!

Anche in questo caso, la condivisione è apparsa a qualcuno come un voler appoggiare sottilmente un’abitudine dannosa per i giovani: vestirsi da suora! Si inizia giusto per provare, quasi per scherzo, perché lo fanno i tuoi amici... e poi ti ritrovi a vestirti da suora tutti i giorni!

Voglio ribadire ciò che già dissi in quel mio vecchio post: anche le droghe leggere fanno male. La cannabis agisce negativamente sul corpo astrale – letteralmente, lo intossica – nel senso che lo rende più instabile. Come conseguenza, diventa più difficile la gestione dell’emotività e della sessualità. Se ad assumerla sono gli adolescenti, questa diminuzione della capacità di gestire il piano emotivo può rivelarsi permanente.

Ogni impressione viene esaltata. È vero che ridi molto di più, ma, per la Legge di Compensazione, se ti arrabbi, ti arrabbi di più e se ti deprimi, ti deprimi di più. Come accade per le droghe pesanti, anche quelle leggere ingigantiscono ciò che già si trova all’interno del nostro corpo astrale. Ovviamente, maggiore è la quantità giornaliera che viene assunta – e più lungo è il periodo di assunzione – più sono rilevanti e permanenti le modificazioni del piano emotivo.

Benicio Del Toro e Johnny Depp in Paura e delirio a La Vegas

Anche la sessualità viene coinvolta. Di norma, si diventa più disinibiti, perché si avverte di più la forza dell’energia sessuale, la quale, come accade per le emozioni, diventa con il tempo sempre meno gestibile. Inoltre, aumenta il piacere sessuale; questo potrebbe sembrare un fatto positivo, ma la conseguenza è che in seguito il rapporto sessuale senza l’assunzione di sostanze droganti diviene sempre meno soddisfacente. In altre parole, una volta che lo fai sotto l’effetto della cannabis, poi lo vuoi fare sempre sotto l’effetto della cannabis, altrimenti non provi più lo stesso piacere.

Ultimo punto: l’individuo produce meno forza di volontà. La sensazione descritta da molti consumatori può essere riassunta nelle parole: “ti sembra che non valga mai la pena di preoccuparsi troppo, per nulla” oppure nell’espressione “take it easy” oppure nella figura del Drugo, un personaggio interpretato da Jeff Bridges ne Il grande Lebowsky. Io stesso, nel libro Tutta la verità sui Vampiri, descrivo la mia situazione di allora citando ironicamente una frase del Drugo. Chi mi ha conosciuto negli anni ’90 sa bene quanto somigliassi a quel personaggio (a parte il fatto che non mi piacevano i tappeti!). Detto questo, negli anni successivi ho preso in mano la mia vita e ho smesso di “cazzeggiare”, altrimenti starei ancora oggi, a 53 anni, a fumare canne vivendo da solo in un monolocale, come fanno diverse persone che conosco.

Il fatto che la cannabis, nelle giuste dosi e nelle corrette modalità, abbia anche un utilizzo terapeutico – per esempio, nel trattamento del dolore – nulla ha da spartire con il fumarsi due canne al giorno bevendo birra con gli amici. Vi ricordo che anche la morfina ha un utilizzo terapeutico, e quando ti fai di morfina vedi il mondo in maniera più rilassata! Mi fa strano che delle persone adulte adottino le stesse scuse di un adolescente (“Cazzo... bro... ma la usano anche negli ospedali!”) per giustificare il fatto che si fumano le canne. Come se girando per le corsie di un ospedale tu potessi vedere le vecchine sdraiate sul letto che fumano marijuana!

Voglio lasciarvi con un insegnamento, per il quale vale la pena aver scritto questo intero articolo: è possibile ottenere la sensazione “ti sembra che non valga mai la pena di preoccuparsi troppo, per nulla” anche senza fumare cannabis e anche occupandosi di una famiglia e di un’attività imprenditoriale come, per esempio, una casa editrice. Una cosa non esclude l’altra, anzi, sarebbe auspicabile lavorare SEMPRE con quella rilassatezza interiore, la quale è meglio che non sia legata all’assunzione di una sostanza, ma che sia il risultato di un lavoro sull’espansione della coscienza.

PUOI RINUNCIARE ALLA SOSTANZA, SENZA RINUNCIARE AGLI EFFETTI DELLA SOSTANZA, ma devi rimboccarti le maniche e lavorare sodo su te stesso. Se l’unica fatica che sei disposto a fare è “rollare una canna e accenderla” otterrai risultati di conseguenza, ma se sei disposto a impegnarti molto di più... otterrai risultati profondi e duraturi.

Potete trovare un approfondimento nel mio prossimo articolo: Approfondimento sull'uso delle sostanze droganti.

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lunedì 8 gennaio 2024

Distrazione, sedazione e accumulo

Fra i modi che le persone usano per alleviare il loro disagio esistenziale – che in misura più o meno grande coinvolge chiunque non si sia ancora riconnesso con il proprio sé – ve ne sono tre principali:

LA DISTRAZIONE: immergere l’attenzione in attività esterne che distraggono dall’ansia interiore, ossia dall’angoscia di vivere. Si va dalla televisione, ai social network, agli impulsi sessuali, alle partite di calcio.

LA SEDAZIONE: principalmente droghe, alcol e sesso – reale o, più spesso (sempre più spesso) virtuale – quando è vissuto in maniera compulsiva.

L’ACCUMULO: aggiungere titoli oppure oggetti esterni alla propria identità, in modo da rendersi in qualche modo significativi ai propri occhi e agli occhi del mondo. Conseguire titoli di studio o riconoscimenti ufficiali, fare carriera sul lavoro, comprare case, macchine, talvolta anche allevare gatti in casa e fare figli rientra in questa modalità.

social media e distrazione sociale

Lo scollegamento dall’Uno non è mai reale, ma è comunque percepito con un’intensità che è direttamente proporzionale all’anzianità dell’anima. L’anima giovane, tutto sommato, trova sufficiente appagamento nel mondo, ma più essa è antica, più vive male tale distanza dalla Fonte. Vive in un costante senso di “mancanza”, si sente orfana di qualcosa.

Distrazione, sedazione e accumulo funzionano per brevi periodi – che in realtà possono durare anche decenni – ma, come ogni buon psicologo sa, non sono mai – fortunatamente – la soluzione definitiva al disagio esistenziale.

La progressiva riconnessione con la Forza è l’unica soluzione; senza di essa restiamo vulnerabili e fragili come degli adolescenti, anche se abbiamo 50 anni, pesiamo 80 chili e siamo amministratori delegati di una società ben avviata.

In assenza della riconnessione finale, esiste quella splendida cosa che va sotto il nome di Fede. La Fede ci consente di acquisire quella Forza anche se ancora non la stiamo sperimentando in maniera totale. La Fede è una sorta di “Forza anticipata”. Nell’aver Fede che la Forza della Fonte sia qualcosa di reale e realizzabile... ottieni progressivamente quella stessa Forza.

La Fede è il canale che collega il tuo io individuale alla Fonte. Più è grande la Fede, più è largo questo canale.

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