giovedì 29 agosto 2013

La mia sessualità


Approfitto di questo articolo per pubblicizzare l’uscita del mio nuovo libro, La sacra sessualità, e per rispondere ad alcune considerazioni sul sesso che mi sono state fatte in merito al mio post Cancellati da questo blog.

In una mail un signore ha scritto: “Tu e tutti i “guru” come te approfittate della vostra posizione privilegiata per fare sesso (espressione mia; nell’originale era più volgare) a destra e a manca senza alcuna morale e senza alcun rispetto per la donna. Parlate di spiritualità, ma poi la vostra vita non è per nulla spirituale. ...”
Firmato: Shantiman (che vuol dire “pensiero di pace” oppure “uomo che vive nella pace”)

(!?!)

Questa mail merita di essere analizzata, perché qui abbiamo sfiorato lo zen del ragionamento idiotico. Innanzitutto, se questa persona parla di rispetto, è evidente che, per la Legge dello Specchio, deve avere un problema di rispetto nei confronti della donna. Infatti cosa si evince da questo testo? Mi/ci accusa di approfittare della nostra posizione per fare sesso con delle donne. Il presupposto di base è quindi che la donna sia una creatura che non è in grado di intendere e di volere. Per cui io, in base alla mia posizione sociale, posso fare sesso con queste creature prive di cervello, le quali non hanno voce in capitolo! Che queste donne siano consenzienti – e anche molto consenzienti – al nostro Shantiman non passa nemmeno per la mente. Ed è proprio qui che si annida la mancanza di rispetto verso le donne: lui non riesce a concepire che una donna, prima di fare l’amore, debba necessariamente provare qualcosa per un uomo, anche se si tratta dell’avventura di una sola notte. Che poi sia sempre la donna, e non l’uomo, a decidere, il nostro amico non se n’è mai accorto. Che anche la sua partner potesse provare piacere da un incontro intimo, evidentemente non gli mai accaduto.

Ognuno di noi proietta sugli altri il suo personale, talvolta infimo, livello di coscienza e crede che gli altri agiscano in base a quelli che sono i suoi criteri di giudizio. Se per questo signore fare sesso significa sfregare fra di loro due organi genitali, allora, meccanicamente, crederà che sia così anche per tutti gli altri uomini. Se per lui riuscire a fare sesso con una donna significa essere riuscito in qualche modo a “imbrogliarla”, a farlo contro la sua volontà, penserà che anche gli altri uomini agiscano nello stesso modo. Non riesce a concepire che sia sempre la donna a scegliere con chi fare l’amore (e che non può essere “usata” né dal salumiere, né dal guru di turno se non è lei a deciderlo). Persino Dio ha chiesto il permesso a Maria Vergine prima del concepimento, e questa, che poteva tranquillamente risponderGli di no, risponde invece: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.

Per me la donna, qualunque donna – l’unica condizione è che abbia mantenuto il suo essere donna, ossia che esprima energia femminile – è un essere meraviglioso di cui m’innamoro regolarmente: non solo durante le mie lezioni, ma anche sui treni, sugli autobus, in coda alle Poste. E non sto parlando male delle altre, sto solo dicendo che delle donne mascolinizzate (alla Rosi Bindi, Emma Bonino o Rosa Russo Jervolino, per intenderci) non riesco a innamorarmi, pur cogliendone la bellezza sul piano assoluto.

Nella donna percepisco al contempo un abisso di mistero e una scintilla d’eternità (“vergine madre, figlia del tuo figlio” diceva Dante usando due splendidi paradossi) che mi spaventano e seducono in maniera irresistibile. L’attrazione sessuale, non meno forte, è una conseguenza di questo primo livello d’attrazione che potremmo definire spirituale.

Il punto è che il nostro Shantiman – così come la quasi totalità delle persone presenti sul pianeta – inconsciamente risente ancora dei soliti, vecchi, ritriti condizionamenti religiosi: povertà, astinenza, monogamia. Credete di appartenere a una società moderna solo perché usate lo smartphone, ma questo è l'unico punto smart del vostro intero apparato psicofisico, perché poi dentro di voi siete ancora condizionati a etichettare sesso e soldi come due cose sporche!
Inoltre oggi la situazione è ancora più ingarbugliata, perché i vecchi condizionamenti si sono abilmente travestiti da atteggiamenti spirituali. Una volta che dovevi restare povero e che non dovevi fare sesso te lo diceva il prete, oggi te lo dici da solo credendo che essere spirituale significhi non pensare più ai soldi e al sesso. Perché quello religioso, in fondo, continua a essere l'unico modello di spiritualità che abbiamo ricevuto. E  dal momento che non ti basta farti male da solo, vai pure a rompere le scatole a quelli che hai intorno, cercando di fare proseliti e pretendendo dal “guru di turno” che la pensi come te.

Per cui si creano quelle situazioni assurde dove dopo aver ascoltato un relatore che per ore ha parlato di liberazione dai condizionamenti, fra il pubblico senti dire: “Ma hai saputo che è sposato eppure stanotte ha dormito con quella laggiù... quella con quel  sedere enorme... non la trovi volgare?” oppure “Parla tutto il giorno di spiritualità ma intanto l'ho visto arrivare su una Lamborghini...”. Tutti i desideri di liberazione e di creazione di un mondo migliore s'infrangono miseramente sui soliti due o tre meccanismi, gli stessi di cui era vittima già mia nonna: sei virtuoso se sei povero e se non fai sesso.

Detto questo – cioè assodato che amo e rispetto con tutto il Cuore quell’essere meraviglioso chiamato donna, e dopo aver chiarito che le vostre pudicizie da sagrestia con me non attaccano e se decido di andare con un travestito questo sicuramente non toglie valore a ciò che divulgo sul piano della coscienza – ci tengo a precisare che il signor Shantiman non ha la più pallida idea di quali siano i miei costumi sessuali, i quali sono decisamente più morigerati – fin quasi a sfiorare la banalità – di quanto non possa talvolta apparire dai miei discorsi provocatori. Sono state davvero insolite e straordinarie le volte in cui, in me, l'attrazione per una donna si è spostata dal piano animico a quello fisico. Sin dal mio primo rapporto – che è avvenuto quando ero già molto avanti con l’età – ho fatto l’amore sempre solo con donne per le quali ho provato qualcosa di profondo e con le quali ho capito di aver lasciato temi in sospeso da incarnazioni precedenti. In questa vita non mi è mai accaduto di fare l’amore per il solo piacere personale. Mai.

Il fatto di aver avuto il mio primo rapporto dopo i 25 anni rappresenta una di quelle circostanze che vengono a crearsi in seguito alle storie vissute nelle incarnazioni precedenti e che condizionano in maniera importante il nostro comportamento sessuale attuale, com'è avvenuto nel mio caso. Questo è d’altronde l’argomento principale del mio libro La sacra sessualità, a cui in questo post avrei dovuto fare pubblicità, ma mi sovviene solo adesso che me ne sono dimenticato! Vedrò di riprendere il tema in un prossimo post.

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