martedì 20 dicembre 2016

Gestione del corpo fisico


A proseguimento e approfondimento del post precedente, Non-dualità vs Lavoro su di sé, oggi voglio trattare della comunicazione e della conseguente gestione del corpo fisico nella comunicazione.
La comunicazione avviene su tre livelli principali:
-      Verbale;
-      Non verbale;
-      Vibratoria.

È oramai assodato che l’aspetto non verbale concerne una percentuale rilevante della trasmissione del messaggio, alcuni studiosi parlano dell’80%, altri del 90%; tanto che oramai la comunicazione non verbale occupa un posto di preminenza all’interno della più vasta scienza della comunicazione. Un aspetto importante del non verbale è costituito dal Sistema Paralinguistico, detto anche sistema vocale non verbale, il quale indica il carattere dei suoni emessi nella comunicazione verbale, indipendentemente dal significato delle parole: tono, frequenza, ritmo, pause di silenzio. Quindi abbiamo il Sistema Cinesico, che comprende tutti gli atti comunicativi espressi dai movimenti del corpo: i movimenti oculari, la mimica facciale, i gesti manuali, la postura del corpo, la prossemica (occupazione dello spazio e distanze fra gli interlocutori).

Questo significa che quando parliamo – e, più in generale, quando interagiamo con gli altri – il contenuto semantico del discorso, risulta essere l’aspetto meno rilevante della comunicazione. Spesso con le parole diciamo qualcosa, ma con la mimica facciale e con il corpo stiamo aggiungendo molte informazioni, le quali talvolta indicano il contrario di quanto stiamo dicendo.

Dopo una comunicazione ci restano:
-      una serie di ricordi, fatti di parole e immagini (cosa si è detto e cosa è successo);
-      una moltitudine di messaggi non verbali che, a meno che non siamo individui particolarmente attenti e presenti a se stessi, arrivano direttamente al nostro inconscio bypassando la nostra coscienza;
-      una vibrazione sottile che si irradia da anima ad anima.

Le parole e i messaggi non verbali rappresentano due strati dell’involucro che ricopre la reale comunicazione, quella che avviene sui piani sottili, la più efficace e duratura. Verbalmente, una persona ti può parlare delle condizioni atmosferiche, mentre inconsciamente ti sta inviando dei messaggi sessuali oppure sta tentando di convincerti a comprare qualcosa oppure ti sta dicendo che gli dai fastidio e non si fida di te. Sul piano dell’anima sta avvenendo qualcosa di ancora differente, in quanto le due anime si “parlano” attraverso un linguaggio vibratorio. Qui avvengono riconoscimenti che vanno oltre l’attuale incarnazione, richieste di aiuto, abbracci d’amore.

Mentre l’utilizzo della comunicazione via mail o messaggi impoverisce tutta la sfera non verbale (non posso guardare l’altro negli occhi né sapere se ridacchia o si tocca nervosamente i capelli), non è comunque in grado di annullare la comunicazione più profonda, ossia la più importante. Mentre la comunicazione verbale è massimamente manipolabile, quella non verbale è parzialmente manipolabile (nella misura in cui si riesce a controllare il corpo fisico), quella animica non è per nulla manipolabile: sul piano vibratorio tu trasmetti sempre al tuo interlocutore chi sei e quali sono i tuoi reali obiettivi.

Come si collega questo discorso con l’argomento “iniziazioni”?
La preparazione alla prima iniziazione implica l’ottenimento di un certo grado di gestione del corpo fisico. Partendo dal presupposto che il dominio totale del corpo avviene solo alla quinta iniziazione (capacità di »risorgere«, ossia costruire da zero un nuovo apparato psicofisico), resta il fatto che a ogni iniziazione tale dominio si accresce. In particolare la prima iniziazione sancisce un ben preciso grado di padronanza, prima del quale il comportamento fisico di un individuo rientra ancora nella sfera della “meccanicità”.

Sentire in ogni istante quali muscoli sono rilassati e quali contratti; decontrarre quelli che non sono direttamente coinvolti nel movimento che state compiendo (adesso, mentre leggete, sono contratte le vostre spalle? È contratta la vostra mascella? È aggrottata la vostra fronte?); controllo dello sguardo (evitare che gli occhi guardino in direzioni non volute mentre si pensa); decontrazione costante dei muscoli facciali; governo della mimica facciale; padronanza dei movimenti delle mani mentre si parla; gestione dei movimenti del corpo nello spazio; controllo del ritmo e della velocità con cui si parla; controllo dei toni utilizzati nel parlare. Tutto ciò è da acquisire in preparazione alla prima iniziazione.

Vi sembra troppo difficile? Beh... nelle iniziazioni successive si impara a dominare la fame, la sete, il freddo, la stanchezza, rimarginare le ferite e guarire gli infermi... e alla quinta c’è la resurrezione. Vi conviene cominciare a lavorare.

Salvatore Brizzi
(professione: domatore di fiumi)






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