lunedì 26 aprile 2021

Storie da supermercato - parte 2

Ci sono quelle mattine in cui vado al supermercato e mi sento come uno dei personaggi di Trainspotting: dentro una realtà parallela, anzi, divergente rispetto a coloro che mi stanno intorno, le motivazioni esistenziali dei quali mi riesce sempre più difficile comprendere.


Si avvicina una signora molto anziana, di quelle che la mattina non si svegliano normalmente... ma vengono evocate attraverso una seduta spiritica. Vestita in maniera elegante, ma molto retrò, al collo porta una collana d’oro piuttosto vistosa e al dito porta un anello con una pietra grossa come un tumore. Si vede subito che è la classica anziana ricca che bazzica la zona precollinare di Torino.

Ma l’avevo sottovalutata...

La vecchietta a un certo punto mette una bottiglia di superalcolico nel carrello e ne infila un’altra nella sua borsa!

Un bambino – con mascherina – se ne accorge e dice alla madre: «Mamma, hai visto? Quella signora ha nascosto una bottiglia nella borsa!»

La madre del bambino – dotata di doppia mascherina (la doppia mascherina è la nuova moda, come per il sesso estremo... cerchi stimoli sempre più eccessivi) – si avvicina all’anziana e dice: «Signora, ma che esempio sta dando a un bambino che la guarda?»

Il bambino, simpatico come una colica renale, aggiunge indicando me: «Anche questo signore l’ha vista e ha fatto finta di niente!»

La madre, prima guarda me con la stessa espressione con cui si guarda sotto la scarpa dopo aver pestato una merda, poi si rivolge di nuovo alla vecchietta: «Senta, rimetta a posto quella bottiglia, dia un esempio corretto, visto che già questa società è piena di persone disoneste».

Allora intervengo io, dal momento che sono stato chiamato in causa: «Signora, dia lei un esempio a suo figlio: si tolga quelle ridicole mascherine dalla faccia! Questa società non è piena di persone disoneste, è piena di persone addormentate!»

«Guardi che la mascherina è obbligatoria. Io sto rispettando la legge. Invece questa signora è una ladra» ribatte la mamma, forte del pilastro giuridico.

Ecco... questo è uno di quei momenti in cui mi rendo conto che dovrei prendere degli psicofarmaci per riuscire a sopportare tutti quelli che non li prendono anche se ne avrebbero bisogno!

«Io non ho preso nulla. Suo figlio ha visto quello che ha voluto vedere» dice l’anziana signora, negando l’evidenza. Dopo questa risposta, io decido subito di annoverarla fra i miei guru preferiti insieme a Nisargadatta Maharaj e Ramana Maharshi.

Ma ecco che arriva lui. LUI è la guardia giurata, l’addetto alla sicurezza di cui avevo già scritto in un altro articolo. Una mia vecchia conoscenza, quindi. LUI lo hanno assunto per controllare che le persone tengano la mascherina sopra il naso. Questo è il suo gratificante lavoro, ma da come si esprime, si capisce subito che per accettare questo lavoro ha dovuto rinunciare ai suoi studi di fisica nucleare. Probabilmente gli mancava solo l’ultimo esame!

«Questa signora ha una bottiglia nella borsa» dice subito il bambino, che evidentemente deve la sua esistenza a un preservativo bucato.

«Questa signora qui nel supermercato la conosciamo già» dice LUI, con l’aria di chi sa il fatto suo «Signora vada alla cassa e paghi quello che c’è da pagare. Ci siamo capiti, vero?»

L’anziana non dice nulla e se ne va spingendo il suo carrello.

La mamma aggiunge: «Secondo me è stato un po’ troppo permissivo. Non ha dato l’esempio. Allora la prossima volta ci provo anch’io a rubare! Al limite, se mi beccano, mi mandano alla cassa a pagare! Ma le sembra normale?»

L’addetto alla sicurezza risponde in maniera straordinariamente illuminata: «Signora, se la sua onestà dipende solo dal fatto che poi la denunciamo oppure no, io non so cosa risponderle, ma qualche domanda me la farei».

La donna resta di ghiaccio.

Poi LUI si rivolge a me: «Comunque giovanotto, quando c’è un casino ci sei sempre di mezzo tu». (Chi ha letto anche l’altro post, ha già capito tutto)

«Ho la capacità di attirare le persone più strane!» rispondo io «e visto che noi due ci incontriamo spesso, se fossi in lei qualche domanda me la farei!» e me ne vado… che è meglio.

Da questo episodio possiamo ricavare: 1) Che le persone criticano la società perché è disonesta (tutti sono capaci a criticare la società), ma non si rendono conto dell’esempio che stanno dando ai loro figli, che magari concerne il vivere nella paura e nella sottomissione. 2) Che le persone sono oneste solo perché hanno paura di essere punite, non perché possiedono l’onestà come un valore interiore... un valore inscuotibile indipendentemente dalle situazioni che si presentano all’esterno.

Avete del materiale su cui riflettere.

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

 

 

 

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