sabato 20 aprile 2024

Osho Rajneesh - approfondimento

 

Approfondimento del precedente articolo: Osho Rajneesh e la sua avventura americana.

Risponderò ad alcune domande che mi avete posto dal vivo - giusto al corso di qualche sera fa - e ad alcune che sono giunte alla redazione della casa editrice (dove comunque, in linea di massima, non dovete scrivere!).

Alcune domande sono di chi pensa che io abbia parlato male di Osho, senza conoscere le sue “qualità di grande maestro”. Altre domande sono di chi pensa che io abbia difeso Osho a tutti i costi, senza conoscere “le nefandezze che commetteva”.

Ancora una volta... siete magnifici!

Io vi vedo belli così... nella vostra bestiale ignoranza... e non è mia intenzione essere sarcastico. So di essere un po’ stronzo, ma questa volta non sono sarcastico!

D’altronde devo aiutarvi a svegliarvi, non vi devo insegnare tecniche di meditazione, quindi un po’ stronzo devo esserlo.

Osho Bhagwan Rajneesh

Coloro che credono io abbia parlato male di Osho sono tutti sannyasin (non lo so perché sono un grande maestro o un grande mago, ma semplicemente perché lo si capisce dai nomi e, soprattutto, dal fatto che me lo hanno detto loro stessi!). Non hanno capito il senso di ciò che ho scritto, poiché sono tutti, senza esclusione, infognati nella mente duale (dalla quale negli ultimi 20 o 30 anni hanno inutilmente provato ad uscire!): per loro, se scrivi di Osho... o sei contro o sei a favore... non hanno la capacità di stare nel mezzo. Ovviamente, non li sto in alcun modo criticando, ma so per certo che loro andranno in giro a dire che Brizzi parla male dei sannyasin!

Altro aspetto che ho rilevato in coloro che credono io abbia parlato male di Osho, è che si pongono sempre in maniera aggressiva. Sono tutti incazzosi. Eppure Osho ha insegnato così tante tecniche per lavorare sull’emotivo e per uscire dalla mente duale... magari nei prossimi giorni iniziano a praticarle anche loro. Io vi consiglio di cominciare a segnarvele in agenda.

Coloro che, invece,  credono che Osho sia stato un farabutto e che io ne abbia parlato troppo bene, talvolta sono ex sannyasin e talvolta semplicemente “curiosi di passaggio”, cioè persone che hanno letto qualche libro e hanno costruito la loro cultura principalmente su informazioni trovate in rete. Sono quelli a cui non piace il rapporto maestro/allievo e ripetono a pappagallo le frasi che diceva la loro nonna: «Stai lontano da quella gente. Sono tutti imbroglioni. Guarda che sono sette. Sono tutti venditori di fuffa. Mettiti a tavola che ti ho fatto i passatelli!»

Queste due categorie, pro e contro Osho, sono sempre esistite, ma la cosa che mi ha “fatto più senso” è che siano riemerse entrambe dopo la lettura del medesimo articolo!

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Passiamo ad alcune domande poste da chi crede che nel precedente articolo io abbia parlato male di Osho:

«Ma Brizzi, non dire stupidaggini, Osho era un grande maestro, insegnava molte tecniche e faceva anche lavorare molto sul piano emotivo!»

Conosco molte delle tecniche che insegnava Osho. So benissimo che utilizzava gli insegnamenti di Gurdjieff così come quelli di Gesù. Potrei dirvi, di ogni tecnica, quali centri va a stimolare nel praticante e quali sono i relativi rischi della tecnica. Poiché io sono un divulgatore che parla in maniera semplice, voi pensate che io sia anche un fesso, in quanto nessuno, né Osho né altri, vi ha insegnato la Legge dello Specchio!

Osho Bhagwan Rajneesh

Giusto per fare un esempio, alcune tecniche si focalizzavano sul rilascio emotivo. Le persone piangevano, urlavano e si dimenavano sul pavimento. Dopo stavano meglio. Beh... queste tecniche “non guariscono una minchia di niente” come già affermava il famoso filosofo greco Prepuzio di Mileto, indimenticato maestro di Clitoride di Elea (in lat.: nihil minchiam sanat).

Il corpo emotivo viene scaricato, perciò il praticante prova un senso di leggerezza e di apertura verso il mondo, ma se non c’è stata una trasformazione permanente sul piano alchemico, il corpo emotivo si ricarica e dopo qualche giorno tutto torna come prima.

«Brizzi, come fai a dire che quella comunità si limitava al piano emotivo e a quello sessuale? tu ci sei mai stato? hai mai vissuto nel concreto quell’esperienza?»

Se guardando delle immagini in tv non siete in grado di vedere se una persona è centrata in se stessa oppure si trova nel corpo emotivo... il problema è squisitamente vostro, non certo mio. Come sa bene chi si occupa degli interrogatori di polizia giudiziaria, non è poi così difficile capire se una persona sta mentendo, se è emotiva, ecc. ecc.

Inoltre, quando vedi persone armate di AK-47 che dicono di voler cambiare il mondo con la pace e la meditazione... e che sono vegetariane perché non vogliono fare del male agli animali... come fai a non capire che qualcosa è andato storto? Qualunque tecnica stessero usando, è evidente che NON GUARIVA UNA MINCHIA DI NIENTE (cit. Prepuzio di Mileto). Se sei uno normale lo capisci subito, ma se sei un sannyasin devi fare un corso di rieducazione per riuscire ad arrivare almeno al livello di coscienza di una  persona comune (beh... in effetti, qui un po’ sarcastico lo sono stato, lo ammetto, ma i sannyasin sicuramente mi perdoneranno e non mi porteranno rancore).

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Ora passiamo alle domande poste da chi pensa che nel precedente articolo io abbia parlato bene di Osho:

«Ma secondo te lui era ignaro oppure no? è possibile che non si sia accorto di ciò che stava succedendo? può essere che non si sia accorto dei sotterfugi di Sheela, ma i suoi seguaci armati di AK-47 non li vedeva? la pistola che Sheela teneva sempre alla cintola non l’ha mai notata?»

Per capire un iniziato o un maestro, bisogna entrare – almeno una volta nella vita – nel suo stato di coscienza. Chi pone queste domande – e non ne sto parlando male – è evidente che non ha mai trascorso un pomeriggio in giro per il centro della sua città in uno stato di “illuminazione”, cioè percependo la PERFEZIONE DI QUANTO ACCADE.

Io immagino che Sheela gli chiedesse l’autorizzazione per mettere in pratica le sue idee... e lui le rispondesse sempre di sì. La guardava dal Vuoto Cosmico in cui si trovava e la autorizzava a procedere. Nessuno è mai nato e nessuno è mai morto su questo pianeta, quale differenza avrebbe potuto fare una decisione di Sheela?

Osho Bhagwan Rajneesh

Si vede perfettamente dai suoi occhi che Osho era come un bambino. Non può essere paragonato a un Gurdjieff, il quale possedeva anche la malizia tipica della Quarta Via. Ve lo vedete Osho che fa il trasformista come Gurdjieff, uno che da giovane sapeva cavarsela in qualunque situazione? Osho non se la cavava nemmeno nella SUA situazione!

Invece di criticare e di schierarvi, sarebbe un esercizio interessante per voi analizzare le differenze e le affinità tra questi due grandi personaggi.

Una cosa è l’evoluzione ottenuta attraversando le varie tappe del percorso iniziatico, altra cosa è la realizzazione del sé avvenuta spontaneamente, come è sempre accaduto e come continua ad accadere anche oggi all’interno della linea evolutiva della non-dualità.

Vi posso garantire che nello sguardo di Osho non è presente alcun attaccamento – in quanto non è presente “qualcuno” che può provare attaccamento. Proprio per questo motivo, come un bambino, si circondava di cose belle, sfarzose e luccicanti, comprese le famose Rolls Royce.

Quando si rende conto che Sheela si è spinta troppo oltre, interrompe il suo silenzio, condanna il suo operato e la denuncia. Diventa consapevole del fatto che certe azioni di Sheela hanno danneggiato anche la sua missione, ciò a cui teneva di più. Si accorge che Sheela aveva creato una religione sfruttando l’insegnamento di uno che metteva in guardia dalle religioni! Prende subito provvedimenti, ma è troppo tardi.

Inoltre, da totale inesperto del mondo della materia quale è sempre stato, fa una cazzata dopo l’altra: denunciandola alle autorità permette alle forze dell’ordine di entrare nella comunità e iniziare le indagini anche su di lui. Questa era l’occasione che cercavano per rispedirlo a casa.

 

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«Brizzi, guarda che Osho ipnotizzava le persone. Secondo le testimonianze di alcuni ex-sannyasin era abile a creare una “bolla” che rendeva le persone succubi della sua energia. Hai mai ascoltato la testimonianza della sua ex collaboratrice Ma Anand Deeksha?».

Ma Anand Deeksha collabora con Osho in India dal 1971 al 1981. Poco dopo il loro trasferimento in Oregon fa le valige e abbandona la comunità, lasciando il posto a Ma Anand Sheela. Chiamata anche Dragon Lady, Deeksha era la classica “lady di ferro”, capace di impartire ordini e gestire uomini e mezzi con estrema efficienza. In pratica, una Sheela, ma senza la sua innata predisposizione al crimine (nessuno è perfetto!).

Deeksha entrerà a far parte della schiera di ex-sannyasin che ancora oggi parlano male di Osho e della comunità. Talvolta lo fanno per soldi, talvolta per acquisire notorietà, ma soprattutto perché questo è il meccanismo che scatta in automatico in quasi tutti gli ex appartenenti a un gruppo, una comunità o una setta. Il giorno prima avresti dato la vita per il tuo guru, il giorno dopo scopri che è la persona peggiore del mondo, che ti ha soggiogato, sfruttato, usato, ecc. ecc.

La Legge di Compensazione regna sovrana. Questo significa che ripensi a tutto ciò che ha detto e fatto il guru negli anni, ma adesso leggi ogni cosa secondo il tuo meccanismo di compensazione.

Osho Bhagwan Rajneesh

Come ho già detto, so perfettamente che la comunità era diventata una setta e che al suo interno c’erano lotte per il potere, intimidazioni, minacce e tentati omicidi, ma so anche che Osho si trovava in uno stato superiore di coscienza che per il “popolino” è impossibile da comprendere.

Ogni tentativo di giudicare qualcosa che non comprendi non può che essere fallimentare. Potete riconoscere la quarta dimensione pur restando nella terza? Potete riconoscere l’Uno continuando a stazionare nella dualità? L’orgoglio e l’arroganza vi fanno credere di sì, ma non è vero.

Georges Gurdjieff magnetismo

Le persone appartenenti al popolino non possono che interpretare tutto secondo il loro livello di coscienza, cioè all’OTTAVA BASSA: i guru creano delle sette che tengono le persone soggiogate, i guru ti riempiono la testa di stupidaggini, i guru hanno l’unico obiettivo di accumulare soldi e fare sesso, ecc. ecc.

Anche degli allievi di Gurdjieff si diceva che fossero totalmente soggiogati dal maestro e che si muovevano come burattini. Anche in quel caso si diceva che lavorassero come schiavi per molte ore al giorno, senza lamentarsi. Ma sia Osho che Gurdjieff possedevano un magnetismo eccezionale. Hanno entrambi rivoluzionato il mondo della crescita interiore. È difficile non essere influenzati dal loro magnetismo e non desiderare di passare più tempo possibile nelle loro vicinanze. Per le donne è difficile non innamorarsi di loro. Talvolta lo è persino per gli uomini, perché il maestro lo senti nel Cuore. Credete che per Gesù e Buddha non fosse lo stesso? Credete che gli allievi non facessero di tutto per stargli intorno e le donne non li desiderassero anche fisicamente?

Paramhansa Yogananda magnetismo

Mi state forse dicendo che è più corretto innamorarsi di un attore o di un cantante piuttosto che di un guru spirituale? Mi state dicendo che è più sano dare i soldi allo Stato invece che alla comunità di Osho (perché la comunità è una setta, mentre lo Stato no)?

Le persone si fanno ipnotizzare perché SONO FACILMENTE IPNOTIZZABILI. Ricordate che centinaia di migliaia di persone seguivano Wanna Marchi, la quale era arrivata a guadagnare un miliardo al mese!

Questo non implica automaticamente che in Osho, in Gurdjieff e in Yogananda ci fossero gli stessi intenti e la stessa malafede che c’era in Wanna Marchi. Proiettare sugli altri il nostro livello di coscienza ci preclude di cogliere la realtà oltre le apparenze.

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

 

 

 

Mercoledì 24

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lunedì 15 aprile 2024

Osho Rajneesh e la sua avventura americana

 

Vi presento un lungo articolo, che per un attimo mi ha fatto addirittura pensare di scrivere un breve libro sull’argomento. Ma per adesso credo sia sufficiente trasmettervi le principali informazioni e i miei relativi commenti.

In questi giorni sono finalmente riuscito a completare la visione della docu-serie di Netflix Wild Wild Country incentrata sull’avventura di Osho e della sua comunità in Oregon.

Bhagwan Osho in Rajneeshpuram

Alcune delle informazioni che vi riporto derivano da racconti di sannyasin (i seguaci di Osho) che ho conosciuto in questi ultimi 27 anni (se contiamo anche i sette anni in cui ancora non insegnavo, ma frequentavo assiduamente l’ambiente della spiritualità). Mi è capitato che alcuni sannyasin venissero a frequentare i miei corsi, altri sono solo passati ad assistere alla prima lezione, giusto per capire di cosa si trattava; in queste occasioni abbiamo avuto qualche scambio. Alcuni di loro avevano visto Osho di persona almeno una volta, altri sono stati allievi di allievi.

Altre informazioni me le ha fornite direttamente... udite udite... Victoria Ignis, anche perché in quegli anni lo scandalo americano della comunità di Osho e la sua successiva morte erano ancora avvenimenti recenti... e io ero curioso di conoscere il punto di vista di Victoria Ignis su un personaggio che negli anni ’80 compariva spesso sui giornali americani.

Un’altra ottima fonte di informazioni è stato, per l’appunto, questo documentario, Wild Wild Country.

 

Bhagwan Rajneesh (1931 – 1990) è stato un grande “maestro” spirituale indiano. Sia in India che in America è sempre stato conosciuto come Bhagwan, mentre Osho è un nome che ha cominciato a utilizzare solo un anno prima di morire, tuttavia questo è il nome con cui è passato alla storia. Permettetemi l’utilizzo del termine maestro, anche se di solito lo riservo ai maestri della Gerarchia di Shamballa. Tecnicamente, lui era un guru, quindi non un iniziato della Scienza dell’Anima proveniente da Shamballa, ma un maestro illuminato con una visione non-duale della vita. In altre parole, era più simile a Nisargadatta e a Ramana Maharshi che a Gurdjieff, Aivanhov o Gesù. Detto questo, popolarmente vengono tutti chiamati maestri in maniera indistinta.

[avviso ai sannyasin in ascolto: NON STO PARLANDO MALE DI OSHO. MI È SEMPRE PIACIUTO. STO SOLO FACENDO DELLE DISTINZIONI TECNICHE CHE POSSONO ESSERE UTILI A CHI LAVORA SU DI SÉ]

Fare questa distinzione tra guru non-duale e iniziato – o maestro – della Gerarchia è importante, in quanto spiega perché la sua comunità americana si è risolta in un disastro, pur essendo lui una pura espressione della coscienza infinita.

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Nel 1981 si trasferisce negli Stati Uniti. In India era diventato sempre più famoso e sempre più scomodo, poiché parlava male delle religioni e metteva invece l’accento sul risveglio spirituale dell’individuo e sulla libertà sessuale. Sperava quindi di poter essere accolto con maggior tolleranza nel “Paese delle opportunità”.

Il punto è che si porta dietro Ma Anand Sheela (1949), una donna arrivista e priva di empatia, come è emerso anche durante gli interrogatori della polizia. Arrivano nella cittadina di Antelope, nell’Oregon, nella contea di Wasco. È una cittadina di bifolchi e bigotti americani degli anni ’80, che conoscono il mondo attraverso il telegiornale (dobbiamo sempre tenere a mente che non c’era internet). Qui comprano tutto quello che possono e cambiano il nome alla città, che diventa Rajneeshpuram. Scatenando le antipatie di tutti gli autoctoni (che poi autoctoni non lo erano per niente, poiché gli unici che possono dirsi autoctoni in America sono gli indiani!)

Il nostro Bhagwan, nel perfetto stile del guru non-duale, si disinteressava totalmente degli aspetti organizzativi e materiali dell’operazione. Osho non era interessato alla materia, ma solo alla sua missione: portare il risveglio nel mondo. Vi prego di non tirare fuori la questione delle Rolls-Royce e dei Rolex. Abbiate un minimo di dignità e fatemi capire che avete fatto almeno un giorno di lavoro su voi stessi!

Bhagwan Osho in Rajneeshpuram
 

Ma se della materia non te ne occupi tu... se ne deve occupare qualcun altro. Nella fattispecie la più arrivista, territoriale e gelosa delle sue allieve: Sheela.

Osho, negli Stati Uniti entra in uno stato di coscienza che prevede l’assenza di comunicazione verso l’esterno, ragion per cui non parlerà in pubblico per tre anni e mezzo. IL SUO LAVORO DI TRASMUTAZIONE IN QUELLA NAZIONE SI SVOLGEVA ATTRAVERSO IL SUO STATO DI COSCIENZA E NON LE SUE PAROLE. È un’eventualità piuttosto rara, ma nell’esoterismo è prevista e in alcuni casi è indispensabile. Il punto è che Sheela, essendo divenuta la sua portavoce verso l’esterno, approfitta della situazione e mette in campo una vera e propria organizzazione militare di cui lei è il capo assoluto.

Ve la faccio breve: Sheela, con alcune sue principali complici (Ma Anand Puja e Shanti Bhadra), due donne decisamente poco sveglie e completamente soggiogate da lei e dal suo delirio di controllo, arrivano ad orchestrare il tentato omicidio di un paio di persone e l’avvelenamento di un’intera cittadinanza, diffondendo il bacillo della salmonella nei ristoranti!

Ma l’aspetto più grave è in realtà un altro: in una comunità dove si parla di amore, si mangia vegetariano, si lavora per la pace e, soprattutto, si vuole cambiare il mondo... si inizia a comprare armi, fino a possederne una quantità superiore a quella di tutte le forze dell’ordine dell’Oregon messe insieme. Stiamo parlando di Uzi, AK-47 e ogni genere di pistola. Creano un poligono di tiro e iniziano ad addestrarsi tutti i giorni. Nelle immagini di repertorio, ogni tanto vedi sullo sfondo uomini e donne del servizio di sicurezza interno che impugnano fucili da assalto intorno alla sala dove si sta facendo meditazione!!!

La stessa Sheela si aggira per la comune con una pistola alla cintola, come un pistolero del vecchio west.

Ma Anand Sheela with gun

 

MA COSA CACCHIO È SFUGGITO A UN CERTO PUNTO A QUESTE PERSONE, PER NON RIUSCIRE A COGLIERE QUESTA DISSONANZA?

Ecco dove porta l’assenza dell’auto-osservazione.

Ecco quali rischi comporta la creazione di una comunità dove le persone ballano, ridono tutto il giorno, si mettono corone di fiori al collo, meditano, fanno sesso libero... ma non lavorano su di sé... semplicemente perché nessuno glielo ha insegnato.

SE NON CI SI AUTO-OSSERVA si può arrivare al punto di fare meditazione circondati da uomini armati “che ci devono difendere dagli attacchi del mondo esterno”... si può arrivare al punto di tentare di avvelenare gli abitanti di una cittadina... e non accorgersi che si sta creando una gigantesca incongruenza di fondo. Una netta frattura tra la delirante illusione e la realtà.

servizio d'ordine a Rajneeshpuram

Nell’ambiente della spiritualità ANCORA OGGI SI IDENTIFICA IL LAVORO SU DI SÉ UNICAMENTE CON LA MEDITAZIONE. Questo porterà pessime conseguenze.

 

Come mi hanno riportato alcune fonti – e come si vede chiaramente dalle immagini del documentario – l’intera comunità era immersa nell’energia emotiva e in quella sessuale (i due cavalli della carrozza di Gurdjieff). Si percepisce emotività dall’inizio della storia fino al giorno della loro partenza dagli Stati Uniti, quando Osho se ne va e loro sono costretti a fare lo stesso («Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge» Mt 26,31).

All'inizio sono persone che sorridono di continuo, si salutano a mani giunte, danzano nude nella natura e fanno sesso... e poi diventano persone emotivamente distrutte, che piangono, che percepiscono la distruzione di un sogno e che non credono a ciò che vedono al telegiornale: Osho arrestato, Osho letteralmente trascinato in manette, Osho cacciato dall’America, Sheela che fugge in Germania con i suoi complici e qui vengono arrestati, il servizio di Sheela nuda su Stern per racimolare un po’ di soldi.

Interessante il fatto che i protagonisti della storia – una volta usciti di galera – finiranno per tornare a una vita normale e non vorranno più saperne dell’esperienza comunitaria.

La Legge di Attrazione e la Legge di Compensazione sono come la Forza di Gravità... non hanno pietà, agiscono e basta.

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Come accadde a Gesù, anche Osho ha avuto il suo traditore, un certo Krishna Deva, al secolo David Berry Knapp, il quale per ottenere l’immunità accetta un accordo con le autorità in modo da accusare Osho e dare modo di procedere all’arresto. Fino a quel momento, infatti sul suo maestro non c’era nulla di concreto. Alla fine di tutto il circo, Osho verrà incriminato unicamente per aver trasgredito le leggi sull’immigrazione e verrà rispedito in India, ma nel frattempo, a causa del trattamento subito nel periodo che va dall’arresto alla sua partenza, il suo corpo subirà conseguenze irreparabili.

Nei successivi 8 mesi sarà costretto a vagare attraverso 21 differenti nazioni, in quanto divenuto “ospite sgradito” per tutte le nazioni dove cercherà di atterrare (se gli Usa mettono una taglia sulla tua testa, è difficile che qualcuno abbia il coraggio di opporsi!). Nel 1987 tornerà nel suo ashram a Pune, in India, ma nel gennaio 1990 lascerà il corpo a soli 58 anni.

Osho ha avuto al suo fianco un personaggio più centrato rispetto a tutti gli altri, il quale è rimasto sempre con la testa sulle spalle e gli è restato fedele fino alla fine: il suo avvocato Swami Prem Niren, il quale aveva capito l’importanza di ciò che Osho ha compiuto negli Usa e ha capito che, cacciandolo, a rimetterci sono stati gli americani, non Bhagwan. In merito al tradimento di David Knapp, Prem Niren dichiarerà: «Quando le persone sono sotto pressione, viene fuori quello che sono veramente, e di solito agiscono mosse dalla paura».

Grande verità.

«Ma allora che differenza c’è tra un Osho e un Gesù? In fondo hanno subìto lo stesso trattamento» mi chiede ogni tanto qualcuno di voi. La risposta è che ognuno di noi, in una data incarnazione, ha vissuto o dovrà vivere la sua crocifissione, perché è un’iniziazione obbligatoria: tu parlerai d’amore, ma verrai accusato e messo alla gogna dal sistema costituito di una data epoca.

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Detto questo, l’insegnamento che porti e le deviazioni che possono accadere nella comunità dei tuoi seguaci dipendono dalla linea evolutiva cui appartieni. Osho non insegnava, per esempio, certi principi concernenti il lavoro di gestione del piano emotivo e sessuale, perché apparteneva – e appartiene, ricordate che i "Maestri Jedi" non muoiono mai – a una linea evolutiva differente rispetto a quella dei monaci zen, di Gurdjieff o dei Sufi. Le emozioni e la sessualità non vanno represse, tuttavia vanno abilmente gestite, altrimenti con il tempo si ottengono disastri.

Vi faccio qualche esempio.

Nisargadatta Maharaj è un terzo raggio, energia intellettuale, quindi è fondamentalmente un filosofo.

La principale deviazione consiste nel ritrovarsi con allievi che restano sul piano mentale e non riescono a far scendere nel Cuore i suoi insegnamenti.

 

Gesù è un sesto raggio, energia dell’amore e della devozione.

La principale deviazione consiste nel fanatismo – fino a giungere all’odio verso il nemico – e nel seguire l’insegnamento solo con il piano emotivo, senza capire molto sul piano mentale e senza mai scendere totalmente nel Cuore.

Osho è un sesto raggio, come Gesù.

 

Gurdjieff è un primo raggio, ossia un uomo con una grande forza di volontà e capacità di condurre le persone attraverso le difficoltà. È anche l’energia del mago.

La principale deviazione consiste nella rigidità, ossia nell’interpretare l’insegnamento in maniera inflessibile, quasi militare, senza dare attenzione all’espetto compassionevole. Atteggiamento tipico di molti gruppi e gruppetti, che io stesso ho visto personalmente, nati dopo la sua morte.

 

Per chi se lo stesse chiedendo, io sono un terzo raggio, ma nella prima parte della mia vita sono stato un primo raggio, in quanto prevaleva il raggio della personalità, che solitamente è più forte nei primi decenni della nostra incarnazione. Se svolgiamo un buon lavoro su noi stessi, nel corso della nostra vita passiamo dal raggio della personalità a quello dell’anima o addirittura a quello della monade. Ma questo è un discorso troppo tecnico, che ci porterebbe lontano dal tema di oggi.

Sono sicuro di avervi chiarito diversi aspetti del lavoro su di sé.

Continua nella seconda parte

 

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

 

 

 

Mercoledì 24

WESAK  2024

conducono Anna Silvano e Salvatore Brizzi

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Wesak 2024 Anna Silvano Salvatore Brizzi

 

 

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È USCITO ANCHE IL VIDEO-LIBRO

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