venerdì 9 agosto 2013

Reazioni al post precedente


Dopo il mio ultimo post, che ha creato così tanto scompiglio, credo di dovere una spiegazione ai miei lettori. Ovviamente solo coloro che sono rimasti iscritti alla mia mailing-list hanno diritto a questa spiegazione... come è giusto che sia.
Quindi nei prossimi post approfondirò gli argomenti che ho solo toccato in quello precedente, in modo da spiegare come la penso in merito a quei temi. Nel presente articolo parlerò del marketing e di come esso può diventare parte integrante di un percorso spirituale; nei prossimi articoli invece avanzeremo sui terreni minati del denaro e del significato della povertà, del sesso e infine della politica, o meglio, di quale rapporto sussiste fra la politica come la intendo io e il lavoro su di sé.

Innanzitutto rispondo alla domanda che più mi è stata rivolta in questi giorni: “Quale effetto ha sortito quel post?”. Ebbene... si sono cancellate dalla mailing-list quasi 160 persone, che su un totale di 9000 utenti (anche contando che solo 7000 aprono effettivamente le mail) sono davvero poche. Potevate fare di meglio. Quel post è uno dei migliori che io abbia mai scritto (e qualcuno se n’è anche accorto), perché è pensato per andare a colpire in maniera chirurgica i principali meccanismi del “ricercatore di verità medio...cre”: denaro, sesso, marketing, politica e, soprattutto, identificazione con la figura del maestro/guru di turno. Infatti, tanto per cominciare, dico subito che chi ha interpretato quel post come “uno sfogo di Brizzi che si è lasciato andare al giudizio” ha mostrato di essere totalmente fuori strada e quindi, se non lo ha ancora fatto, è pregato di cancellarsi adesso.

Le persone hanno scritto inviperite, sdegnate, sbigottite.
“Non me l’aspettavo da te, Brizzi. Ma non mi cancello perché ho apprezzato che anche tu abbia mostrato di essere umano e di avere le tue debolezze...”
No, non sono umano (?!) e quello che ho scritto – anche se tutto vero – l’ho scritto apposta per causare un certo effetto, non perché sono emerse le mie debolezze; per cui cancellati pure, grazie.
Per quanto concerne invece le mie debolezze, queste ci sono (e le vedo bellissime e ne sono orgoglioso), ossia ci sono degli aspetti della mia personalità su cui lavoro quotidianamente. Lavoro che viene enormemente facilitato dal fatto di poter contare su una costante, inamovibile Presenza QuieOra. Tale Presenza mi trattiene in uno stato di serenità interiore e mi consente di lavorare sulla mia personalità come dentro un videogame.

Qualcuno mi hanno scritto con le lacrime agli occhi: “…mentre scrivo queste parole sto piangendo, perché penso a quale splendida persona potevi essere, invece hai deciso di prendere la strada dell’oscurità...” Come si è firmata? Shanti Shivanna Prem... ovviamente... (chi ha letto il post precedente sa a cosa mi riferisco: qualcuno che ha cambiato il nome all’esterno ma non ha cambiato nulla all’interno).
Lo so, a voi che siete rimasti iscritti sembra che io stia scherzando, invece vi garantisco che queste cose le hanno scritte veramente! D’altronde se ho deciso di concepire quell’articolo è perché so bene quale genere di persone si aggira in questo ambiente.

Non potevano mancare i soliti intellettuali tradizionalisti, quelli che vedono il mondo unicamente attraverso il filtro dei libri di Guénon ed Evola, e hanno scritto indignati perché “Brizzi non rispetta la vera Tradizione”. Per quanto consideri indispensabili questi due autori e li abbia studiati anch’io, non prendo per oro colato tutto il “pacchetto”, ossia la loro visione del mondo (decisamente pessimista) al completo; ma, soprattutto, faccio riferimento a ciò che mi è stato trasmesso da bocca a orecchio e che poi ho potuto sperimentare personalmente, non a ciò che ho letto sui libri.
Per inciso faccio notare alla “casta” dei tradizionalisti intellettuali che leggere Guénon ed Evola prima di aver compiuto un certo grado di lavoro su di sé... è come guardare un film pornografico senza aver mai fatto sesso!
E chi la vuol capire, l’ha capita.


Rapporto fra marketing e spiritualità

Riguardo il tema di oggi, prendo come esempio una delle mail ricevute: “Il guadagno, il marketing, l’amore per il denaro non hanno nulla di spirituale e sono ciò che impedisce all’uomo di evolvere... La nuova spiritualità all’americana, basata sulla ricerca di benessere e ricchezza, rappresenta in realtà una pericolosa deviazione. ...”

Tutti coloro che lavorano nel settore della pubblicità concordano nel dire che il marketing più efficace è sempre il passaparola. Che sia un libro, un film o una nuova marca di biscotti, la garanzia del successo è che le persone si trovino soddisfatte del prodotto e comincino a parlarne bene in giro. Io sono un esempio vivente di questo concetto, in quanto ho cominciato la mia attività letteralmente dal nulla, cioè senza possedere alcun “appoggio” nel mondo editoriale. Nel 2006 ho scritto il mio primo libro, Officina Alkemica, l’ho pubblicato a mie spese e ho cominciato a fare il giro delle librerie esoteriche per farlo leggere ai librai, prima a Torino e poi a Milano: Psiche, Psiche2, Arethusa, l’Esoterica di Milano dei mitici fratelli Falcone e la Primordia (sempre di Milano), sono state le prime ad aver creduto in me, in quanto i librai leggevano il libro, lo trovavano bello e cominciavano a tenerlo in vista nelle loro vetrine. Questo è stato il mio primo approccio col marketing. Dopo sette anni sono l’autore italiano più venduto del settore. Il fatto che alcune persone critichino questo mio percorso “all’americana” anziché prenderlo ad esempio... è indice del livello di addormentamento a cui porta il giudizio interiore.

Gli italiani hanno grandi qualità – io amo la mia nazione – ma non sanno vendere e sono colmi di giudizio riguardo il vendere. Per questo motivo tanti italiani hanno in antipatia gli americani e il loro modo di porsi, decisamente spregiudicato riguardo la capacità di “piazzare” qualsiasi prodotto. Ma ricordiamoci che “spregiudicato” significa semplicemente “privo di giudizio”.

Gli italiani hanno una visione distorta del denaro in genere e del vendere in particolare. Hanno paura di vendere, hanno paura di valorizzare ciò che producono e sbatterlo in faccia al consumatore. Per quale motivo dovrei vergognarmi di promuovere qualcosa che considero veramente valido? Non sto truffando nessuno, sto solo mostrando quello che so fare. Eppure gli italiani non solo si vergognano di mettere in luce i propri prodotti, ma si permettono di criticare chi lo fa, definendolo un comportamento “all’americana”. Loro faticano ad arrivare a fine mese, ma criticano chi sa vendere in maniera spregiudicata!

I relatori americani, di prassi, nel corso del seminario fanno delle pause il cui scopo dichiarato è quello di permettere al pubblico, oltre che di recarsi alla toilette, di raggiungere i tavoli in fondo alla sala dove sono esposti i prodotti da acquistare. Ebbene, in Italia ho visto persone alzarsi e lasciare la sala indignate nei confronti del relatore che le invitava ad acquistare i suoi prodotti. Non voglio giustificare quei relatori che esagerano e promuovono un loro dvd, libro, cd o workshop ogni dieci minuti di discorso, ma voglio invitarvi a riflettere sul perché questo genere di approccio vi causa così tante resistenze.


Il marketing può essere definito come quella serie di comportamenti che mettono in luce quanto tu credi nel tuo prodotto. Non è tanto una questione di strategie, bensì una caratteristica psicologica: credi o non credi in quello che fai? Perché se ci credi ogni tuo comportamento sarà, per forza di cose, orientato al marketing. Quando parli del tuo libro o dei caffé che vendi nel tuo bar, avrai una certa luce negli occhi. Ma tante persone hanno paura del loro stesso Fuoco e non lo mettono in evidenza, anzi lo nascondono. Hanno paura delle vette che potrebbero raggiungere. Questo fa nascere in loro un terribile conflitto interiore, per cui inconsciamente cominciano a odiarsi. La conseguenza è che – per la Legge dello Specchio – avranno in antipatia chi invece non si fa problemi a esprimere tutto il suo Fuoco. Cominceranno a odiare chi vende in maniera spregiudicata, adducendo come giustificazione a quest’odio delle fantomatiche regole etiche o spirituali che farebbero del denaro un elemento satanico. Questo fa sì che, almeno per un certo tempo, si sentano con la coscienza a posto, perché loro sono nel giusto, non si occupano del “vile denaro” e sanno cos’è la vera spiritualità.

Ma non sanno, i poverini, che questa antipatia verso il mondo del business e del marketing rappresenta la caratteristica psicologica che impedisce loro di avere davvero successo con la loro attività, qualunque essa sia. Attenzione, non sto affermando che dovremmo tutti imitare i venditori americani – io stesso infatti non mi ispiro a quel genere di personaggi, perché non è nel mio stile – ma che dovremmo ammirarli, questo sì, perché l’ammirazione verso qualcuno che ottiene successo nella vita non può che aiutare l’apertura del Cuore e favorire l’ingresso della prosperità nella nostra vita. L’ammirazione è un’emozione superiore che fa sì che assorbiamo sui piani sottili le qualità che stiamo ammirando.
Mentre, come al solito, dal giudizio non può nascere niente di buono, ma solo ristrettezze e difficoltà.

(Gli altri punti presenti nella mail che ho preso ad esempio li analizzeremo nei prossimi post.)

Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)


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