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martedì 31 agosto 2010

La mia donna mi ha lasciato


GUIDA PER MASCHI ABBANDONATI SULL’AUTOSTRADA NEI MESI ESTIVI

Prima o poi capita a tutti. A me l’ultima volta è successo qualche mese fa. Se non vi è successo... succederà. Se vi è già successo... è probabile che succeda ancora.

Più sono sveglie più sono spietate.
Quando sentono che l’amore è finito, o si è addormentato, o forse non c’è mai stato... non c’è più nulla che possiate fare per farle tornare indietro. Da quel momento è finita, anche se a voi non è stato notificato nulla verbalmente e anche se il rapporto o la convivenza possono durare ancora per un certo periodo. Di norma, se siete fortunati, lei vi concede un periodo di ‘adattamento’, ma lo fa solo per pietà nei vostri confronti, non perché non si sia accorta che è irrevocabilmente giunta l’ora di andare via.

Pretendono AMORE... nulla di meno... e fanno bene, per quanto a noi possa fare davvero male. Noi uomini per quanto concerne l’apertura alle emozioni siamo in media di qualche millennio indietro rispetto a loro.
Non sono appagate dall’amore mentale, dall’affetto, dalla convivenza “perché in fondo si sta bene insieme”. Se non è amore, allora non è niente.

Nel 99 per cento dei casi lei si è già innamorata di un altro. L’altro in realtà è sempre l’effetto, non la causa della crisi del rapporto, ma noi, inevitabilmente, affibbieremo a lui una grossa parte della colpa: “Se non ci fosse stato quello stronzo...”.
Invece no, se noi avessimo veramente amato... lo stronzo di turno non sarebbe arrivato. E se fosse arrivato sarebbe stato respinto dalla coppia, come da un muro di gomma. Invece è entrato... per mostrare una breccia, una crepa, una mancanza.



Regolarmente in noi maschi nascono sentimenti di competizione nei confronti dell’altro: “Cosa ha lui che io non ho? È più bravo a letto? È più divertente? È più intelligente?”. La competizione è inutile, perché anche se fosse l’ultimo scemo del pianeta, anche se avesse il pisello più piccolo del vostro, anche se fosse economicamente spiantato... se lei è innamorata, se lo sente nel Cuore, per lei è l’uomo migliore del mondo. Ed è giusto che sia così perché l’apertura del Cuore è anche un’apertura degli occhi e le permette di vedere l’anima dell’altro oltre le caratteristiche della personalità, è un RICONOSCIMENTO CARDIACO. La medesima apertura le consente di “mettere a fuoco” (è proprio l’espressione giusta) i limiti del rapporto precedente. E a ogni nuovo amore corrisponde un’apertura maggiore: un fenomeno richiama inevitabilmente l’altro.

Quindi l’unico effetto della nostra competizione è maggiore sofferenza, crisi d’identità, disistima di sé, rabbia verso noi stessi. Anche se stravolgiamo la nostra vita nel disperato tentativo di interpretare i suoi nuovi desideri, stiamo solo prolungando l’agonia: pazienti in coma che non vogliono staccarsi la spina.

Come avevo accennato in un post precedente ( Lo stato di non-mente ) il centro mentale e quello emotivo immediatamente si coalizzano – in oriente questa “associazione a delinquere” viene chiamata kama-manas – per cercare di sopravvivere alla situazione pericolosa che si è venuta a creare. Questo significa in termini pratici che il plesso solare si surriscalda, si contrae, fa male, provoca senso di nausea, mentre l’intero corpo emotivo vibra. Le vibrazioni del corpo emotivo raggiungono il centro mentale, il quale inizia a produrre pensieri in maniera incontrollata. I pensieri mentali sono legati al tempo, quindi saranno tutti ricordi del passato e sterili fantasie sul futuro.

Cominciamo a pensare agli anni – a volte anche solo mesi – trascorsi con quella persona: le promesse che ci aveva fatto, i momenti divertenti trascorsi insieme, le chiacchierate sugli argomenti in comune, i progetti, la fusione nel sesso, lo stare abbracciati, l’odore, lo sguardo, il modo di muoversi, i sacrifici fatti per lei... Poi ci proiettiamo stupidamente nel futuro: magari torna (no, non torna... e se torna è peggio, il momento della recisione viene solo prorogato), se la rincontriamo le dobbiamo dire questo e poi questo, e anche se lei risponde così, poi noi rispondiamo così (ore di dialoghi immaginari, che non sono mai avvenuti e forse non avverranno mai).

“Se fossimo rimasti insieme avremmo potuto fare...”
“La mia vita non ha più senso senza di lei.”
“Non mi innamorerò mai più così.”
“Non incontrerò mai più una donna come lei.”
Ogni volta che pensiamo a tutto questo il plesso solare ci fa ancora più male e soffriamo ancora di più.

Tutte cazzate. Se lei ci lascia è perché siamo pronti per qualcosa di nuovo, di più adatto al nostro sviluppo interiore. Ho sperimentato personalmente più volte come l’amore successivo sia già dietro l’angolo e solo l’attaccamento al vecchio e la paura del nuovo ci impediscono di vederlo in breve tempo.
In queste occasioni possiamo cogliere quanto siamo DIPENDENTI da un’altra persona per sentirci “qualcuno”, ossia degli individui completi. Se il nostro benessere dipende da una presenza esterna, allora siamo condannati a vivere con la paura di essere abbandonati e precipitare di nuovo nella sofferenza.
Una donna che ti lascia mette in gioco la tua identità... ti costringe a fare i conti con chi sei veramente... e per questo fa così male.

Dal momento che l’ego non vuole morire allora cominciano i ricatti – la sua forma di resistenza al fluire della vita:
“Se mi lasci mi fai soffrire, sei senza cuore!”
In realtà è vero l’opposto: lei ci lascia perché ha più Cuore di quanto noi possiamo permetterci in questo momento.

“L’altro ti lascerà appena si sarà stufato di te, mentre io ti amo veramente e voglio stare insieme a te per sempre.”
Questo significa non vivere nel presente e immaginare come andrà a finire una storia solo per giocare sulla paura del partner. Una nuova storia potrà durare una settimana o tutta la vita... ma ESISTE SOLO ADESSO e solo adesso può essere pienamente vissuta.

“Stai distruggendo tutto quello che abbiamo costruito insieme.”
Ma ciò che è stato bello non viene mai distrutto, si sta solo passando a una fase superiore della crescita di entrambi. Solo ciò che non serve più viene abbandonato.

“Mi stai dando troppo dolore.”
In verità non è mai la decisione di lei a causarci sofferenza, il fatto che lei ci lasci fa solo in modo che emerga allo scoperto una sofferenza che già si trovava dentro di noi e che veniva tenuta coperta dalla relazione stessa.

Il ricatto – che a volte può essere violento – è un tentativo del bambino immaturo che abbiamo dentro di agganciarsi al corpo astrale di lei, per scatenarle sensi di colpa, dubbi, paure, frustrazioni. È il nostro dolore a pronunciare queste frasi, con lo scopo di approfittare dei momenti di incertezza della nostra partner per manipolarla – anche se inconsapevolmente e in buona fede – e indurla a cambiare idea. Sono gli ultimi disperati tentativi di un ego che non vuole crescere. Se lei non è sufficientemente VIGILE riguardo ciò che accade al suo interno, lui riesce ad agganciarla a livello del corpo astrale, risvegliando il dolore di lei, le sue paure e le sue ansie, rendendo più difficile e piena di sofferenza la sua decisione di andarsene.

Fino a quando non cominciamo a essere più svegli il rapporto di coppia non è un vero rapporto d’amore, è semplicemente un’occasione per scoprire chi siamo veramente attraverso l’altro, usando l’altro come specchio. Il rapporto di coppia in definitiva serve solo a svegliarci – talvolta in maniera traumatica – non a renderci ottusamente felici come la famiglia del mulino bianco.

[Nel prossimo post si parlerà di come lavorare sul dolore...]


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Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)